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Coronavirus, bufera sulla Rai per giornalista positivo: “Precauzioni adeguate?”

Michele Anzaldi, segretario della commissione Vigilanza: "La Rai untore nazionale e internazionale?"

Pubblicato:03-03-2020 13:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:05
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ROMA – “La Rai rende noto che e’ stato riscontrato un caso di positivita’ al coronavirus tra i dipendenti dell’Azienda. Il dipendente e’ stato in trasferta in zona gialla e non ha avuto accesso ai presidi aziendali negli ultimi dieci giorni. Il dipendente e’ risultato positivo al primo tampone e si trova attualmente ricoverato all’ospedale Spallanzani in buone condizioni”. Lo si legge in una nota della Rai.

“L’Azienda- sottolinea la nota- e’ da giorni impegnata in un costante presidio di tutela dei propri dipendenti dall’epidemia. Le misure sono state ulteriormente rafforzate in queste ore e la Rai ha emanato nuove disposizioni per innalzare ulteriormente il livello di attenzione per chi si trova o si e’ trovato nei pressi delle aree rosse e gialle”.

STAMPA ROMANA: COLLEGA RAI POSITIVO, ATTIVARE MISURE IMMEDIATE

“La positivita’ al tampone del coronavirus di un collega Rai ripropone il tema della protezione della salute di giornalisti e giornaliste impegnate in una attivita’ fondamentale che e’ quella di informare il paese alle prese con una emergenza sanitaria. Salutiamo con favore il fatto che il collega Rai non sia mai rientrato in redazione ed abbia seguito un percorso sanitario protetto che lo ha portato allo Spallanzani. Tuttavia il collega ha lavorato non in zona rossa ma nelle aree vicine. Dunque le aziende devono impegnarsi su richiesta dei Cdr e del sindacato territoriale a mettere in campo tutte le azioni piu’ idonee a ridurre al minimo le possibilita’ di contagio, prevedendo procedure certe per chi e’ inviato e deve rientrare al lavoro in redazione e azioni di radicale sanificazione dei luoghi di lavoro in cui operano le redazioni”. Cosi’ in un comunicato l’Associazione Stampa Romana.


ANZALDI: GIORNALISTI RAI ‘ESPOSTI’ HANNO FATTO QUARANTENA?

La Rai untore nazionale e internazionale? Sarebbe opportuno che l’azienda allontanasse ogni dubbio sulle condizioni e la gestione dei lavoratori rientrati dopo essere stati inviati in zone esposte al rischio di contagio da Coronavirus, in Italia e all’estero”. Lo dichiara Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai.

“Chiediamo per questo se giornalisti e operatori rientrati dalle zone rosse o gialle d’Italia e da altre aree del mondo dichiarate ‘pericolose’ dall’Oms, come Iran e Corea del Sud, si siano auto-sottoposti alla quarantena e l’azienda abbia comunicato i loro nominativi all’autorita’ sanitaria per scegliere i migliori piani precauzionali. Altrimenti, si rischia il paradosso di un servizio pubblico che, a parole, mette in guardia i cittadini mentre nei fatti li contagia in una sorta di not in my backyard sanitario”, conclude.

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