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ROMA – In Repubblica Democratica del Congo le comunicazioni via internet ed sms sono sospese da più di tre giorni: la decisione è stata presa dalla autorità- per una durata indeterminata- all’indomani delle elezioni presidenziali, legislative e provinciali di domenica 30 dicembre. Da lunedì dunque, in pratica, c’è un blocco totale di internet e i congolesi non possono neanche inviare o ricevere sms o accedere ai social media.
Segnate da irregolarità in diverse aree del Paese, le elezioni si sono svolte in un clima generalmente pacifico, dopo giorni di tensioni e scontri dovuti – tra le altre cose – al posticipo delle procedure di voto in alcune aree del Paese, una decisione che avrebbe coinvolto circa un milione di aventi diritto.
Nella tarda serata di ieri la Commissione elettorale della Repubblica Democratica del Congo (Ceni) ha fatto sapere che i primi risultati saranno diffusi a partire da domenica prossima.
Stando ai quotidiani locali, lo ha assicurato nella serata di ieri il presidente della Ceni Corneille Nangaa, ricevendo i candidati alla presidenza. Nangaa ha inoltre spiegato che al momento è stato scrutinato circa il 17 per cento delle schede.
La radio francese internazionale ‘Rfi’ ha parlato dell’espulsione di alcuni osservatori a Lumumbashi (sud) e di probabili frodi a Bukavu e Walungu (est), oltre che di discrepanze tra i risultati del voto elettronico e quelli dello scrutinio manuale a Kisangani (centro-nord).
La stessa ‘Radio France internationale‘ insieme all’emittente ‘Canal Congo Television‘, hanno denunciato di essere vittime di boicottaggio da parte del governo: la notizia viene rilanciata dai media internazionali.
I giornalisti di entrambe le redazioni si sono visti ritirare gli accrediti, poichè accusati di voler diffondere in anticipo i risultati elettorali. Il direttore di ‘Cctv’, Jean-Jacques Mamba, ha inoltre denunciato ai microfoni di ‘Virunga Business’ di “non avere segnale”, e quindi di non riuscire ad andare in onda.
Appelli per il ripristino delle connessioni e l’ingresso degli osservatori civili nei luoghi di scrutinio sono stati lanciati in questi giorni dalla Sinergia delle missioni di monitoraggio civile delle elezioni (Symocel) e dalla Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco). Alle due organizzazioni si sono unite le delegazioni a Kinshasa dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, oltre alle rappresentnze diplomatiche svizzera, canadese, francese, svedese, belga e quelle dei Paesi Bassi e del Regno Unito.
“Sosteniamo l’appello alla calma lanciato dalla Cenco e dalla Symocel, così come la loro richiesta di accesso degli osservatori ai centri di compilazione dei risultati- si legge nel comunicato- chiediamo al governo di non bloccare i mezzi di comunicazione, in particolare l’accesso a internet e ai media”.
“Chiediamo ai partiti di non infiammare la situazione pubblicando rapidamente risultati o tendenze” ha dichiarato stamane a Radio Okapi il presidente della Symocel Abraham Djamba.
di Alessandra Fabbretti e Giulia Filpi
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