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Euclid inizia a leggere la mappa di stelle per la ricerca di materia oscura

La missione europea, partita in luglio, è nella delicata fase di commissioning: alla prova tutti i sistemi

Pubblicato:02-10-2023 14:05
Ultimo aggiornamento:02-10-2023 14:05
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ROMA – È in pieno svolgimento il commissioning della missione europea Euclid, destinata, nei prossimi sei anni, a scandagliare il cielo per fare luce sui misteri che ancora avvolgono materia ed energia oscura. 

Euclid è una delle missioni più precise mai lanciate– rendono noto dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che ha promosso la missione nel suo Programma Scientifico-, e potrà fornire immagini estremamente nitide e spettri profondi del nostro Universo, guardando indietro di 10 miliardi di anni. Produrrà una grande indagine di un terzo dell’intero cielo. Ogni 75 minuti, per sei anni, il telescopio è destinato a puntare un nuovo campo nel cielo con estrema precisione e stabilità.

Per fare ciò, la navicella è dotata di un Fine Guidance Sensor (FGS): “uno sviluppo completamente nuovo in Europa fatto di sensori ottici che individuano e fissano le stelle trovate dalla missione Gaia dell’ESA, utilizzandole come guide per navigare e determinare esattamente dove il telescopio deve puntare nel cielo. 


Partita il primo luglio 2023 da Cape Canaveral su un razzo Falcon di SpaceX, Euclid è adesso nella delicata fase in cui tutti gli strumenti e i sottosistemi vengono accesi, testati e calibrati. Proprio grazie a questo lavoro,  sono emersi casi in cui il sensore di guida non è riuscito a individuare le stelle deboli. In orbita, Euclid rileva il cielo in condizioni spaziali reali, qualcosa che è molto difficile da simulare prima del lancio. Inoltre, i raggi cosmici del Sole e della Galassia inquinano le osservazioni, rendendo il lavoro del sensore di guida una vera sfida.  

La questione della guida di Euclid “è qualcosa di cui tutti siamo preoccupati. I team del cuore tecnico dell’ESA (ESTEC), del controllo missione (ESOC), del Centro Astronomico (ESAC) e dell’industria hanno lavorato giorno e notte, instancabilmente per mesi, e non potrò mai ringraziarli abbastanza per la loro determinazione nel risolvere il problema”, ha spiegato il direttore delle operazioni di Euclid, Andreas Rudolph.

Sono sollevato nel dire che i test iniziali sembrano buoni. Stiamo trovando molte più stelle in tutti i nostri test e, anche se è troppo presto per festeggiare e sono necessarie ulteriori osservazioni, i segnali sono molto incoraggianti”.

Il software aggiornato è già passato a pieni voti su un simulatore di veicolo spaziale e su un “banco di prova” al controllo di missione, quindi ha funzionato perfettamente in orbita e sarà successivamente testato sotto il controllo del Science Operations Center presso il Centro di Astronomia ESAC dell’ESA a Spagna, fanno sapere da Esa.

“Ovviamente, è qui che avremo la vera prova della verità, poiché solo le immagini scientifiche possono fornirci l’assoluta certezza che il puntamento di Euclid funzioni bene”, avverte Giuseppe Racca, Project Manager di Euclid.

“Tuttavia, tutte le prove finora ci rendono molto ottimisti. Continueremo a tenere le dita incrociate, ma la ripresa della fase di verifica delle prestazioni è ogni giorno più vicina” .

LA MISSIONE EUCLID

Euclid ha il compito di aumentare le conoscenze su materia ed energia oscura, i due grandi interrogativi dell’astrofisica moderna. Il satellite è dotato di due strumenti scientifici: il VISible Instrument (VIS) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP) , i quali effettueranno una panoramica del cielo con lo scopo di ottenere immagini di altissima accuratezza e misurare gli spettri di milioni di galassie. Elemento essenziale della missione è il Ground Segment scientifico (SGS) che ha la responsabilità sia della pianificazione delle osservazioni e del primo controllo di qualità sia della verifica delle prestazioni degli strumenti in orbita e della riduzione dei dati, dalla telemetria fino ai prodotti necessari per l’analisi scientifica.

IL RUOLO DELL’ITALIA

La missione Euclid rientra nel quadro del Programma Scientifico dell’ESA, cui l’Italia contribuisce al 13% circa. È  stato firmato nel 2013 il Multi Lateral Agreement (MLA) tra l’ESA e tutte le agenzie interessate in cui l’Agenzia spaziale italiana (Asi) figura come una delle tre “Lead Funding Agencies” (LFAs).

L’Asi, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), ha guidato il team industriale che ha progettato e realizzato i contributi agli strumenti.

Asi, inoltre, ha supportato l’Inaf nell’importante ruolo di guida del Science Ground Segment (Sgs) e per lo sviluppo del software di bordo dei due strumenti e tutti gli enti di ricerca per le attività nei Science Working Groups. Infine Asi ha affidato ad Altec le attività industriali per la progettazione e la realizzazione del Science Data Center italiano della missione sotto la guida di Inaf.

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