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La dottoressa aggredita durante la Guardia Medica: “Violentata anche dalle istituzioni”

L'aggressione è stata ridotta a una pratica per infortunio sul lavoro

Pubblicato:02-10-2017 09:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:44

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ROMA – “La solidarietà espressa dai colleghi è la più sincera che ci possa essere, perché siete consapevoli che tutti sareste potuti essere al mio posto. Nessuno sconto, invece per le istituzioni, alle quali solo una cosa posso dire: io sono stata violentata anche da voi”. Sono parole forti quelle che la dottoressa aggredita a Trecastagni mentre svolgeva il suo turno di guardia medica ha voluto rivolgere questa mattina di fronte ai suoi colleghi: ai 106 presidenti degli Ordini dei Medici, riuniti nel Consiglio della loro Federazione nazionale (Fnomceo) e ai 106 presidenti delle Commissioni Albo Odontoiatri, insieme in assemblea plenaria nella sua Sicilia, a Giardini Naxos (Messina). Lo rende noto in un comunicato la Fnomceo.

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Quella della sicurezza è solo la punta dell’iceberg– ha spiegato-. Noi medici abbiamo perso la dignità. La nostra professione si è snaturata, è diventata una cosa che non è più essere medico, è soffocata dall’affanno di evitare le denunce, di seguire pedissequamente i protocolli. Sfugge un concetto fondamentale: noi dobbiamo curare le persone. Ho intrapreso questa strada per passione. Anche la scelta di fare la guardia medica non è stata un ripiego, è stata una decisione consapevole proprio perché volevo essere in prima linea, vicina alle persone che soffrono. Le istituzioni non hanno semplicemente lasciato sola me, mettendomi in pericolo e poi umiliandomi quando la mia aggressione è stata ridotta a una pratica per infortunio sul lavoro, perché questa è la prassi. Il sistema rischia di travolgere la nostra intera professione. Siamo tutti vittime: a questo gli Ordini devono opporsi. Gli Ordini devono essere la casa, ma anche la famiglia di noi medici. E come in una famiglia i genitori non devono essere troppo permissivi con i figli, così è un errore assumere un atteggiamento paternalistico verso quei colleghi che sbagliano”.

Va recuperata l’autorevolezza del nostro ruolo– ha confermato il Presidente della Fnomceo Roberta Chersevani- Grazie per le tue parole, è un onore averti conosciuto”.


L’appello della collega non è rimasto inascoltato: molte le proposte emerse dal Consiglio, che verranno raccolte e riassunte in una Mozione.

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