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‘Adagio’ di Sollima a Venezia 80: “È il mio atto d’amore verso Roma”

Favino, Servillo e Mastandrea interpretano sono tre gangster: "Siamo cani randagi pronti a tutto"

Pubblicato:02-09-2023 17:43
Ultimo aggiornamento:02-09-2023 17:43

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LIDO DI VENEZIA – All’80esima Mostra del Cinema di Venezia sono sbarcate tre grandi star del cinema italiano: Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea con Adriano Giannini, il giovane Gianmarco Franchini e il regista Stefano Sollima. L’occasione è la presentazione di ‘Adagio’, il gangster movie ambientato in una Roma in fiamme.

Dopo le esperienze all’estero (‘Soldado’, ‘Senza Rimorso’), il regista è tornato a raccontare la Capitale animata dal bene e dal male, tra criminalità e giustizia in cui i confini sono sfocati. “In Romanzo Criminale si raccontava la nascita di una banda, qui c’è la decadenza del crimine, sono tre vecchie leggende ai margini. È chiaro che c’è un collegamento con la Banda della Magliana, ma ha solo una funzione narrativa”, ha spiegato Sollima in conferenza.

“‘Adagio’ è un film intimista. Alcuni elementi, come gli incendi e il blackout possono sembrare distopici, ma per chi vive a Roma non lo sono per niente. ‘Adagio’ è un atto d’amore verso Roma, volevo tornare a raccontarla e ho trovato una scusa”, ha raccontato il regista. Questo film sancisce la prima collaborazione tra Servillo e Sollima. “Sono rimasto ammaliato dal soggetto. Daytona, il personaggio che interpreto, recita nella recita, è particolarmente affascinante per un attore. Sono personaggi criminali che hanno vissuto dentro certe regole e le vogliono rispettare fino alla fine, sapendo di andare a sbattere contro un destino inevitabile”, ha detto Servillo.


Per Favino, che ha aperto Venezia 80 con ‘Comandante’ “questi tre personaggi mi fanno pensare a dei cani randagi nella polvere, abbandonati in un angolo a morire. Improvvisamente però arriva alla porta una guerra vecchia che fa risentire l’energia giovanile. Il cinema di Stefano mi piace perché non c’è mai redenzione. Lui è uno dei pochi registi punk”. I personaggi devono fare i conti con se stessi ma il messaggio è che “le colpe dei padri non ricadono sui figli, che sono in grado di pensare con la loro testa”.

A proposito di nuove generazioni, Franchini ha raccontato di essersi sentito “al luna park, sono un fan di ‘Romanzo Criminale. È stato un onore aver lavorato con questi grandi attori, aver visto il loro modo di lavorare, il modo di concentrarsi e assaporare la loro energia”.

Nel futuro Sollima spera “di continuare a fare il mio lavoro, il genere che ho trattato continuerà a piacermi. ‘Adagio’ non è la chiusura della mia carriera, non chiude neanche una trilogia (‘Romanzo Criminale’, ‘Suburra’ e ‘Adagio’, ndr) in senso stretto, perché i personaggi sono diversi. Ma è una trilogia su Roma traslata in chiave criminale. Ce ne saranno altri ma non necessariamente a Roma”.

’Adagio’ arriverà nelle sale italiane il 14 dicembre con Vision Distribution.

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