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‘Bologna non dimentica’: 43 anni fa la bomba e la strage alla stazione

Nel 43esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna, il consueto corteo ricorderà gli 85 morti e i 200 feriti per l'attentato più grave del secondo dopoguerra

Pubblicato:02-08-2023 08:22
Ultimo aggiornamento:02-08-2023 12:20

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BOLOGNA – Una bomba alla stazione, esplosa alle 10.25 nella sala d’aspetto della seconda classe. Un sabato mattina d’estate, ai primi d’agosto per di più, che per tanti segnava l’inizio delle vacanze. E la partenza, magari. Alla stazione di Bologna, il 2 agosto 1980 ci furono 85 morti e 200 feriti. La più piccola aveva 3 anni e si chiamava Angela Fresu, il più anziano era Antonio Montanari, 86 anni. La bomba, composta da 23 chilogrammi di esplosivo, fece crollare un tratto di edificio lungo 50 metri, l’onda d’urto investì il treno Ancona-Chiasso fermo sul primo binario e distrusse il parcheggio dei taxi davanti alla stazione. Fu considerato il più grave attentato terroristico commesso in Italia e in Europa nel secondo dopoguerra.

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Da quel giorno sono passati 43 anni e oggi, come ogni anno, “Bologna non dimentica” come cita lo striscione che puntualmente apre il corteo che da piazza Maggiore raggiunge la stazione e la città celebra la memoria di quella strage scendendo in piazza.


Uno dei simboli di questa tragica giornata rimase per sempre nella mente di tutti l’autobus di linea 37, che quel giorno vene utilizzato per trasportare i feriti e poi anche i corpi delle vittime, nascosti alla vista dai lenzuoli bianchi attaccati sui finestrini. Insieme all’orologio della stazione, che si ruppe e si fermò per sempre. Fu sostituito, ma per scelta venne lasciato fermo alle 10.25, orario dell’esplosione della bomba.

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