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Al Museo Storico Italiano della Guerra l’arte contemporanea celebra i parchi della Rimembranza

A Rovereto fino al 9 ottobre una esposizione a cura dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione

Pubblicato:02-08-2022 13:40
Ultimo aggiornamento:02-08-2022 13:40

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A cento anni esatti dall’istituzione dei parchi della Rimembranza sorti all’indomani della Prima Guerra Mondiale per onorare il sacrificio dei caduti, l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (Iccd) e il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto presentano la mostra ‘C’è tempo per le nespole. Nuove narrazioni dalla Grande Guerra’, a cura di Francesca Fabiani, Alessandro Coco con Chiara Capodici, Peter Lang, Francesca Lazzarini. La mostra intende sollevare interrogativi intorno al tema del monumento e della memoria proponendo una selezione di opere degli artisti Fabrizio Bellomo, Riccardo Cecchetti, Claudio Gobbi, Stefano Graziani, Hitnes, Alessandro Imbriaco, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Moira Ricci.

“Questa mostra organizzata dall’Iccd- afferma il ministro della Cultura, Dario Franceschini- unisce l’importanza della memoria storica alla forza creativa dell’arte contemporanea, un’alleanza fruttuosa tra passato e presente per non dimenticare gli anni bui della Grande Guerra. Un’attenzione che passa anche attraverso il programma di tutela e valorizzazione di fortificazioni, monumenti e parchi della Rimembranza che vede impegnato il ministero”.

La decisione di costituire i parchi e i viali della Rimembranza per ricordare i soldati morti in guerra risale al decreto Lupi del 27 dicembre 1922, il quale stabilì che fosse creato un viale o un parco in ogni Comune d’Italia e affidò alle scolaresche il compito di piantare un albero per ciascun caduto. I parchi e i viali della rimembranza sono riconosciuti come patrimonio culturale così come i monumenti ai caduti, tra cui l’Altare della Patria a Roma è il più noto. Di questi luoghi della memoria sparsi su tutto il territorio mancava fino a oggi una mappatura completa che ne rilevasse l’esatta posizione e lo stato di conservazione. Il progetto che ha preceduto la mostra ha dato avvio a un capillare censimento che ha portato alla catalogazione di oltre 2.100 beni tra parchi, giardini, monumenti, viali, sacrari e lapidi, incrementando così gli oltre 9.500 catalogati in precedenza. Tutti i beni sono stati georiferiti, corredati di documentazione e di una planimetria del parco con le specie botaniche ancora presenti.


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