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Ucraina, Gutierres (Efj): “Con la censura la Ue non batterà la propaganda”

Il segretario generale della European Federation of Journalists spiega che, tra le altre cose, la Ue non ha competenza sulla regolamentazione dei media

Pubblicato:02-03-2022 09:33
Ultimo aggiornamento:02-03-2022 09:33

news russia screenshot
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ROMA – “Il blocco totale di un media non è il modo migliore per combattere disinformazione e propaganda. È un atto di censura che può generare un effetto totalmente controproducente sui cittadini che seguono i media che hanno subito il blocco”. Ricardo Gutierres è il segretario generale della European Federation of Journalists (Efj) e con l’agenzia Dire commenta l’annuncio di qualche giorno fa della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di oscurare in Europa le testate Russia Today e Sputnik, di proprietà statale, e le loro affiliate.

Questi media sono stati accusati da von der Leyen di diffondere la propaganda “tossica” del Cremlino: “Stiamo sviluppando strumenti per bloccarle- ha detto la presidente- così non saranno più in grado di diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin” in Ucraina.

Il segretario della Efj osserva: “Prima di tutto, la regolamentazione dei media non rientra nelle competenze dell’Unione Europea, quindi la presidente von der Leyen ha annunciato una misura che non può adottare. Questa è disinformazione. L’Ue non ha il diritto di concedere o revocare licenze di trasmissione, è una competenza esclusiva degli Stati“.


Il blocco alle testate vicine a Mosca secondo Gutierres pone poi un problema di “censura“, per questo “riteniamo che sia sempre meglio contrastare la disinformazione dei media che fanno propaganda – o che sono sospettati di fare propaganda – esponendo alla luce del sole i loro errori o le loro azioni di cattivo giornalismo”. Insomma, “dimostrando la loro mancanza di indipendenza finanziaria e operativa, mettendo in luce la loro lealtà agli interessi del governo e il loro disprezzo per il bene pubblico”.

Il segretario della European Federation of Journalists continua notando che la messa al bando di un media “è un atto serio, che deve basarsi su solide basi giuridiche ed elementi oggettivi, per evitare arbitrarietà”. Secondo Gutierres, “la sfida per le democrazie è combattere la disinformazione preservando la libertà di espressione”.

Convinto che “l’antidoto alla disinformazione” sia “la promozione di un ecosistema mediatico vivace, pluralistico, professionale e vitale, totalmente indipendente da chi detiene il potere“, Gutierres suggerisce una serie di contromisure: “Aumentare il sostegno al giornalismo indipendente, rafforzare l’indipendenza delle redazioni, rafforzare lo status sociale dei giornalisti, promuovere l’etica professionale attraverso consigli di stampa indipendenti, incoraggiare il pluralismo dei media, promuovere l’alfabetizzazione mediatica per tutti i cittadini, aumentare la trasparenza di chi è al potere”.

Secondo il dirigente, “il rischio di una politica di censura è anche quello di ritorsioni, come dimostra il blocco al Deutsche Welle in Russia seguito al blocco di Russia Today in Germania”. Gutierres conclude: “Il risultato di questa escalation è stato l’impoverimento del pluralismo dei media in Russia. I cittadini hanno perso il diritto di accedere alle informazioni trasmesse da Deutsche Welle. Questo è deplorevole”.

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