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Il parlamento turco approva l’intervento militare in Libia

L'Onu chiede fondi per i profughi e dice no all'internazionalizzazione del conflitto

Pubblicato:02-01-2020 17:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:48

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ROMA – Ad Ankara i parlamentari turchi hanno approvato la proposta di inviare truppe in Libia a sostegno del Governo di unità nazionale di Tripoli, un intervento sollecitato dal Governo di Unità nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite per respingere l’offensiva del generale Khalifa Haftar.

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La seduta, indetta in via straordinaria, come riferisce la stampa locale, ha visto la partecipazione di 509 parlamentari su 600, di cui 325 hanno votato a favore della mozione sostenuta dal partito del presidente Racep Tayyip Erdogan, l’Akp, e dal Movimento nazionalista (Mhp). Il Partito democratico Hdp, il Partito repubblicano Chp e conservatori liberali del Good Party (Iyi) si sono invece espressi contro l’operazione.

Qualche giorno fa il governo di Ankara ha rivelato l’intenzione di accogliere la richiesta del primo ministro Fayez Al-Serraj di ottenere sostegno per respingere l’offensiva armata del generale Khalifa Haftar, partita ad aprile scorso, per conquistare la provincia di Tripoli. L’uomo forte della Cirenaica punta a rovesciare il governo Serraj, stabilendo il controllo sulla tripolitania e sugli stabilimenti petroliferi del nord.

Un’aggressione che ha già causato oltre 3mila morti tra i civili e i combattenti del Governo di unità nazionale. E i combattimenti non accennano a cessare: ieri, come riferisce il Governo di Tripoli, in un bombardamento aereo condotto dalle milizie di Haftar tre civili hanno perso la vita e altri cinque sono rimasti feriti. L’incidente è avvenuto nella città di Al-Sawani, mille chilometri a est di Tripoli.

Stamani le Nazioni Unite hanno riferito che sono 342mila le persone costrette ad abbandonare le proprie case da aprile scorso, per questo hanno lanciato un appello ai donatori affinché siano stanziati 115 milioni di dollari per la Libia, necessari al Piano umanitario del 2020 di assistenza ai profughi. Quanto alla proposta della Turchia di intervenire in Libia, le Nazioni Unite hanno chiesto di scongiurare il rischio di “internazionalizzare il conflitto” in Libia. La proposta di Ankara ha destato più in generale molte reazioni della comunità internazionale, parte della quale è impegnata a organizzare una conferenza a Berlino per accelerare il processo di pace promosso dall’Onu, per spingere le parti in guerra e gli attori internazionali a raggiungere una tregua e nuove elezioni.

Il 31 dicembre scorso i rappresentanti della Lega araba, su iniziativa del governo egiziano, hanno indetto una riunione straordinaria sul dossier libico, un tema di cui l’Organizzazione non discuteva dal 2011. La riunione, tenutasi al Cairo, si è conclusa con una risoluzione con cui gli stati membri hanno rifiutato “ogni ingerenza che possa facilitare l’ingresso di combattenti estremisti stranieri in Libia”.

Il timore, come riferiscono le fonti di stampa internazionali, è che alle truppe di Ankara si uniscano gruppi jihadisti siriani fedeli alla Turchia. I delegati della Lega araba hanno inoltre espresso preoccupazione per una ulteriore escalation militare nel Paese nordafricano, che “rischia di peggiorare ulteriormente la crisi” nonché “la sicurezza dei Paesi vicini”. A opporsi all’intervento della Turchia sono principalmente l’Egitto e la Francia, insieme a Tunisia e Algeria.

(Foto di Libyi Sah)

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