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Fermato a Torino un 20enne per rogo Roma in cui morirono sorelle rom: l’incendio dopo tanti litigi

Le indagini avevano ricostruito gravi indizi di colpevolezza nei confronti del ragazzo: per arrivare a lui gli inquirenti hanno seguito la fidanzata

Pubblicato:01-06-2017 16:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:17

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ROMA – La Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con la Squadra Mobile di Torino, ha eseguito un fermo del Pubblico Ministero emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma nei confronti di Serif Seferovic, 20 anni, pregiudicato per reati contro il patrimonio, poiché gravemente indiziato di essere il responsabile dell’omicidio plurimo delle sorelle Elisabeth, Francesca e Angelica Halilovic. I fatti risalgono allo scorso 10 maggio, quando, all’interno del parcheggio del centro Commerciale “Primavera” di Piazza Mario Ugo Guatteri, si è sviluppato l’incendio di un camper in sosta con all’interno un nucleo familiare composto da 13 persone. A seguito dell’incendio, che ha totalmente distrutto il mezzo, morirono le tre sorelle che non fecero in tempo ad uscire dal veicolo.

Sin dai primi esiti dell’attività di indagine, basata tra l’altro sull’assunzione di informazioni testimoniali e analisi di impianti di videosorveglianza presenti nell’area interessata, è subito emerso che quanto accaduto era da ricondursi a problematiche esistenti tra il nucleo famigliare Halilovic ed uno dei Seferovic, maturate all’interno del campo nomadi di via Salviati. A seguito di tali problematiche, il padre delle tre vittime era da tempo entrato in forte contrasto con alcuni Seferovic. Lo fa sapere in una nota la Questura di Roma.

L’omicidio del 10 maggio, ricorda la Questura, è stato preceduto da alcuni episodi di litigi e danneggiamenti, sintomatici del clima esistente fra i citati nuclei familiari. Si è accertato inoltre che pochi giorni prima la famiglia Seferovic ha repentinamente abbandonato il campo nomadi di via Salviati, proprio in seguito alla degenerazione dei rapporti con gli Halilovic. Pertanto, l’attività investigativa è stata indirizzata nei confronti del nucleo familiare dei Seferovic ed ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Serif il quale, tra l’altro, aveva nella disponibilità un furgone con le stesse caratteristiche di quello presente sulla scena del delitto ed utilizzato dagli autori del rogo.


Il prosieguo delle indagini ha consentito di localizzare la compagna del 20enne in Sardegna, la quale, costantemente monitorata, nella serata di ieri, si è imbarcata su un traghetto per Genova da dove, nella mattinata odierna, a bordo di un treno, è partita alla volta di Torino, città ove vivono alcuni parenti della famiglia Seferovic. Giunta presso la stazione ferroviaria “Lingotto” di Torino, è scesa dal convoglio e, poco dopo, si è incontrata con un soggetto subito riconosciuto dagli investigatori come Serif Seferovic, il quale è stato immediatamente bloccato per l’esecuzione del fermo del Pubblico Ministero emesso dall’Autorità Giudiziaria procedente, in considerazione dei gravi indizi di reità raccolti nei suoi confronti, per i reati di omicidio plurimo, tentato omicidio plurimo, detenzione, porto ed utilizzo d’arma da guerra e incendio doloso. All’atto del fermo, il 20enne non ha opposto resistenza.

Stando a quanto riferito in ambiente investigativo, il 20enne fermato era uno dei tre nomadi che vennero arrestati anche per lo scippo della studentessa cinese morta a dicembre scorso a Roma, investita da un treno, mentre cercava di rincorrere i suoi scippatori.

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