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La Domus aurea rinascerà in 5 anni, interamente aperta nel 2022

Le visite ripartiranno il 4 febbraio con le ricostruzioni virtuali della Domus ai tempi di Nerone

Pubblicato:31-01-2017 17:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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ROMA – La Domus aurea potra’ rinascere “in quattro o cinque anni” e “nel 2022 potra’ essere interamente aperta al pubblico”, diventando “finalmente patrimonio di tutti”, dopo un intervento di restauro che prevede il risanamento sia dell’interno che dell’esterno della Reggia di Nerone. A dirlo il soprintendente per il Colosseo e l’area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, e Alessandro D’Alessio, archeologo responsabile tecnico scientifico del monumento, che hanno presentato il progetto di valorizzazione che restituisce in 3D i tesori della Domus aurea, chiusa dal 2005 per pericolo di crolli.

Il restauro durera’ dunque “non meno di quattro o cinque anni”, poi il sito potra’ essere riaperto al pubblico in modo permanente. “Io me lo auguro- dice D’Alessio- l’obiettivo e’ questo”.

Dal 2014, la Domus aurea e’ visitabile nei week-end, “ma ci siamo fermati per mettere a punto questo progetto di valorizzazione”. Ora le visite ripartiranno il 4 febbraio con le ricostruzioni virtuali della Domus ai tempi di Nerone.


I lavori mirano a eliminare le cause del degrado della Domus aurea che “sono dovute all’instabilita’ termoigrometrica all’interno del monumento”, spiega l’archeologo. In pratica, a danneggiare le strutture sono gli sbalzi di temperatura e l’umidita’ che proviene dalle radici degli alberi piantati sopra la Domus. Ecco perche’ “il grande progetto che portiamo avanti verte sulla messa in sicurezza all’interno del monumento, agendo anche sui 16mila metri quadrati, pari a tre campi da calcio, del parco del Colle Oppio- aggiunge D’Alessio- Stiamo sostituendo il parco con un nuovo sistema di protezione integrato su cui insistera’ un giardino sostenibile che elimina il peso degli alberi sulla Domus”.

Con il progetto “speriamo di dare anche riqualificazione al parco del Colle Oppio, che non e’ di competenza della Soprintendenza”. Per quanto riguarda i fondi, “possiamo contare sui 13 milioni di euro arrivati dal ministero dei Beni culturali, grazie a cui riusciamo a realizzare in tempi relativamente brevi almeno altre otto porzioni del giardino, arrivando a 10 lotti su 22”. Oltre i 13 milioni arrivati dal Mibact, con cui “faremo interventi di ricostruzione delle gallerie crollate nel 2005”, la Domus riceve anche i fondi del Cipe, circa 4,5 milioni, e della Soprintendenza. Complessivamente, il progetto prevede una spesa da 31 milioni di euro.

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