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E’ salva-suicidi, ma pochi conoscono la legge che sospende i debiti

Il provvedimento esiste dal 2012 ma è poco conosciuto ed è stato utilizzato pochissimo

Pubblicato:29-06-2018 13:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:19
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BOLOGNA – Lo chiamano “salvasuicidi“, è il provvedimento che, dal 2012, permette di uscire da una situazione economica di sovraindebitamento con l’aiuto di associazioni e altri “organismi di gestione della crisi” (così li definisce la legge), ma che ancora pochissime persone conoscono. È per questo che a Bologna Cgil e Federconsumatori insieme all’Ordine degli avvocati hanno organizzato un seminario dedicato, “perchè è necessario far conoscere a tutti che esiste questa grande possibilità”, afferma Maurizio Gentilini, presidente Federconsumatori di Bologna. In più la necessità diventa anche urgenza perchè “molti si rivolgono ai nostri sportelli quando le situazioni sono già troppo avanzate e ormai non possono più rientrare nei parametri per chiedere questo tipo di sostegno”, aggiunge Gentilini facendo l’esempio di persone che hanno già perso ogni bene a loro intestato e quindi non possono saldare in alcun modo il debito.

Uno sportello e 40 avvocati

In pratica, la legge prevede la creazione di uno sportello (a Bologna è in piazza dei Tribunale, nella sede dell’Ordine degli avvocati) a cui il cittadino sovraindebitato può rivolgersi per avere una prima assistenza gratuita. Federconsumatori,  Cgil e l’ordine degli avvocati hanno messo insieme un pool di 40 avvocati esperti nella gestione di queste sistuazioni che potranno aiutare le persone e indirizzarle (il primo colloquio è gratuito, poi i successivi saranno secondo i costi tabellari).

Una volta svolto l’iter burocratico per “accertare che la situazione di povertà sia in buona fede“, l’indebitato ha accesso a “un beneficio grandissimo che possiamo definire- commenta l’avvocatessa dell’Ordine bolognese, Elena Ceserani- una vera ‘lenzuolata’”.


Se si avvia la pratica, sequestri e pignoramenti vanno in stand by

Infatti, grazie al ‘salvasuicidi’ vengono interrotti “tutti i pignoramenti, tutti i sequestri, ogni tipo di spesa a carico del soggetto”. E la persona che era finita sul lastrico può, “dopo cinque anni”, avere “la possibilità di riaprire una partita Iva o di avere un conto corrente”, continua Ceserani. Ed è capitato anche che “alcuni siano stati assunti a tempo indeterminato ancora prima del termine della procedura”.

A livello giuridico le cose funzionano così: la legge prevede che se sussistono i requisiti per utilizzare gli strumenti forniti dalla legge n. 3/2012, il cittadino sovraindebitato può presentare al Tribunale, esclusivamente attraverso un organismo di gestione della crisi, una ipotesi di accordo rivolta ai creditori che consente, all’esito positivo di una procedura trasparente e rispettosa dei principi di legge, di liberarsi dall’incubo di debiti che aumentano esponenzialmente e riprendere con serenità le proprie attività di lavoro e di vita.

A Bologna in un anno 50 casi assistiti

C’è dunque chi si è rialzato grazie alla norma sana-debiti: funziona dunque, ma è poco conosciuta. A Bologna soltanto 15 cittadini si sono rivolti al sindacato per chiedere informazioni, e in un anno appena 50 sono stati i casi assegnati e seguiti dall’Ordine degli avvocati. “Oggi siamo qui per tentare di comunicare l’importanza di questo strumento che è praticamente l’unico disponibile per uscire da una grave situazione di povertà”, commenta Gentilini. “Vogliamo cercare però di ragionare in positivo e quindi di raggiungere anche i famigliari dell’indebitato, come la moglie o i figli, anche perchè molto spesso le situazioni più estreme portano tutta la famiglia al lastrico”, aggiunge il presidente di Federconsumatori.

di Sara Forni

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