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Piadina di lotta in Emilia-Romagna, la protesta dei pompieri: “Ridateci la mensa”

Oggi lo sciopero dei Vigili del fuoco in Emilia-Romagna, con un'adesione del 97%

Pubblicato:26-03-2018 15:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:41
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BOLOGNA – Piastra accesa, salumi e formaggi in vista: il menu di oggi, a base di piadina, lo cucinano gli stessi Vigili del fuoco, di fronte alla sede di via Aposazza, a Bologna: “Questa è la mensa di servizio oggi”. Sembra un momento conviviale, tra colleghi. Ma il gesto, simbolico, ha origine da una situazione problematica, che li ha portati oggi a incrociare le braccia.

Infatti, pochi istanti prima era andata in scena, nell’ambito dello sciopero regionale indetto da Fp-Cgil, Fns-Cisl, Uilpa-Uil, Usb e Conapo, che riferiscono di una partecipazione del “97%” in tutta la regione, la protesta dei pompieri. Che in Emilia-Romagna sono 3.000 e nella sola Bologna 400.


In solidarietà, c’erano anche il deputato Pd Andrea De Maria, fresco di rielezione in Parlamento, e la consigliera comunale dem Elena Leti, che poco prima, in Consiglio comunale ha invitato il Governo ad ascoltare le loro richieste.

In particolare, la vertenza principale è relativa alla mensa di servizio, che dall’1 gennaio non è più disponibile per i distaccamenti al di sotto delle 15 unità: “Il vigile non può aver garantito il pasto caldo al rientro da un intervento di soccorso, ma gli viene consegnato un buono pasto“, spiega Alessandro Monari coordinatore regionale Vigili del fuoco per la Fp-Cgil. E quindi, “non avendo possibilità di abbandonare la sede di servizio né lo stacco di un’ora per il pranzo” ed “essendo sempre operativi in caso di emergenza o interventi, il fatto di non avere chi ci prepara un pasto pronto equivale alla perdita di diritto del pasto“, completa il ragionamento Matteo Visani di Fns-Cisl. Insomma, “un diritto che ci è stato tolto” raglia corto Ciro Bartolomei di Usb.

Il bersaglio dei sindacati è la direzione regionale, che agisce per “disposizioni unilaterali” e “non sta ascoltando” le proteste sindacali. Per questo hanno chiesto e ottenuto un incontro in Prefettura, avvenuto alle 13 di oggi, con l’obiettivo di chiedere al prefetto di mediare. “Un incontro proficuo” secondo Monari, terminato con “l’impegno di portare all’attenzione della direzione regionale le ragioni della nostra protesta”, e di “istituire il prefetto o un suo delegato come conciliatore per i futuri stati di agitazione”.

I problemi, tuttavia, non si esauriscono sulla mensa, ce ne sono di tipo strutturale e stanno portando “al collasso” delle strutture. I pompieri oggi in piazza sono unanimi nel denunciare non solo “mezzi di servizio vetusti“, che hanno “l’età media più alta d’Italia” (alcuni hanno “30 anni”), ma anche “sedi fatiscenti” e “che cadono a pezzi”. Come, ad esempio, il distaccamento di Pianoro (Bologna), che attualmente risiede in “una sede prefabbricata”.

Spiega Monari: “L’amministrazione centrale per l’anno scorso e quest’anno ha garantito solo 100.000 euro per l’Emilia-Romagna, di cui 80.000 vengono spesi per i contratti di manutenzione delle centrali termiche e degli ascensori”. Ne rimangono quindi “20.000 per sistemare tutte le sedi di servizio della regione, una cifra impensabile che deve essere almeno raddoppiata”.

Non solo, poi, soldi per la manutenzione, ma anche quelli dei dipendenti. Per questo Monari sventola una finta banconota da 20 euro, che polemicamente diventa “20 ore a recupero“: ovvero, la moneta con cui vengono pagati in alcuni casi, “ore di cui non possiamo per nulla usufruire in quanto dobbiamo prima finire le ferie“, ma in caso di calamità “non riusciamo a usufruirne, quindi noi a tutti gli effetti determinati servizi (formazione, seminari ecc) li facciamo a titolo gratuito” conclude. Per cui, chiede Eros Dini, di Conapo Emilia-Romagna, “chiediamo che tutte le attività che vengono svolte durante l’orario di lavoro siano remunerate o quantomeno che sia il dipendente a decidere se farsele remunerare o metterle a recupero”.

Infine, la questione della categoria: “Per la tipologia di lavoro che svolgiamo, con tutti i pericoli che corriamo, non siamo a livello categoria usurante, è una vergogna non più sopportabile” attacca Stefano Modica segretario provinciale Vigili del fuoco Uilpa-Uil.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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