NEWS:

Aiop Lazio: “Letti vuoti in Rsa, malati cronici parcheggiati in ospedale”

Oggi convegno su nuovi modelli sanità regionale

Pubblicato:21-05-2019 12:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:29
Autore:

FacebookLinkedIn

ROMA – “Con l’aumento dell’aspettativa di vita aumentano anche le patologie croniche: malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie, diabete mellito di tipo 2, depressione. Patologie che sempre piu’ spesso si presentano insieme, aprendo il problema di un’adeguata assistenza sanitaria”. È quanto si legge in una nota di Aiop Lazio.
“I sistemi sanitari sono incentrati sul trattamento delle malattie acute e appaiono inadeguati a trattare le cronicita’- spiega Jessica Faroni, presidente Aiop Lazio (Associazione Italiana dell’Ospedalita’ Privata)- Le patologie acute sono episodiche, hanno un esordio improvviso e una durata limitata, una causa specifica e un trattamento disponibile. Le malattie croniche, invece, presentano lunga durata e lenta progressione, pertanto richiedono un’assistenza continuativa.

Eppure, nel Lazio, le RSA, Residenze Sanitarie Assistenziali, dispongono ancora di troppi posti letto vuoti mentre i pazienti finiscono per occupare letti di acuzie in modo inappropriato”. Se ne parlera’ al convegno ‘Nuovi modelli di sanita’ regionale per le cronicita’ del Lazio’ organizzato dall’AIOP Lazio, il 21 maggio 2019 presso il Castello di Santa Severa. In Europa si stima che vivano circa 50 milioni di cittadini con patologie croniche multiple, con un’incidenza del 70-80% sulla spesa sanitaria (700 miliardi). Nel 2018, si stimava che il 40% della popolazione italiana (24 milioni di persone) fosse affetta da una malattia cronica e di questi 12,5 milioni sono pazienti multicronici. La spesa sanitaria stimata per la cronicita’ e’ di circa 66,7 miliardi, ma nel 2028 arrivera’ a 70,7 miliardi.
Nella Regione Lazio, in particolare, nel 2016, le principali cause di morte osservate sono le malattie del sistema cardiocircolatorio (36,2%), patologie oncologiche (28%) e respiratorie (7,4%). Tra le principali cause di ricovero: le malattie dell’apparato circolatorio (28,2%), digerente (10%), respiratorio (9%) e tumori (8,9%). Inoltre, 1,1 milioni di pazienti e’ affetto da ipertensione arteriosa, quasi 380 mila da diabete, 370 mila da ipotiroidismo, 295 mila da Bpco, oltre 35 mila da Alzheimer o altre forme di demenza.

“E’ necessaria una riorganizzazione del sistema di offerta sanitaria e socio-sanitaria che sia centrato sul paziente, erogando interventi assistenziali coordinati e continui nel tempo e tesi al soddisfacimento dei bisogni di salute complessi- osserva Faroni- Le Regioni dovrebbero attuare un progressivo disinvestimento dall’ospedale e reinvestire sul territorio, in questo senso le RSA possono essere una strategia importante della Regione Lazio per fronteggiare le cronicita’”.


Da un’analisi condotta dall’AIOP Lazio sulle sue strutture e’ emerso infatti che diversi posti letto risultano non occupati nel 2017: “Le RSA potrebbero contribuire ad alleggerire reparti di medicina e pronto soccorso migliorando l’offerta per i pazienti anziani affetti da cronicita’, ad esempio favorendo l’accesso dai pronto soccorso e attraverso una maggiore interazione con i Pua.

Purtroppo ad oggi le procedure di ammissione nelle strutture sono ancora disomogenee e farraginose, il passaggio dalle Asl non sempre e’ appropriato, causando a volte il ritardo della presa in carico, con liste di attesa dalla difficile gestione e verifica”. Secondo Walter Ricciardi, Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla salute nelle Regioni italiane “per il Sistema Sanitario Nazionale e’ necessario intensificare gli sforzi per promuovere la prevenzione e un cambio di paradigma rispetto all’organizzazione dei servizi di cura, definendo nuovi percorsi assistenziali in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine, prevenire e contenere la disabilita’, garantire la continuita’ assistenziale e l’integrazione degli interventi socio-sanitari”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it