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E-cig, tutto quello che dovete sapere sulle sigarette elettroniche

Intervista al professor Riccardo Polosa, ordinario di Medicina interna dell’Università di Catania

Pubblicato:17-12-2017 16:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

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ROMA – Sulle sigarette elettroniche si sono spese tante parole, ma ancora è stata fatta poca chiarezza. Con una certa regolarità escono notizie contrastanti: sono meno dannose delle sigarette tradizionali perché evitano combustione e sostanze chimiche, sono più dannose delle bionde normali perché la vaporizzazione delle sigarette elettroniche favorirebbe la formazione di formaldeide, una sostanza più cancerogena del tabacco, sono sì meno dannose, ma non sono esenti da rischi per la salute.

Insomma mentre il numero di svapatori cresce, l’orizzonte delle e-cig si fa sempre meno chiaro, fra proposte di legge per aumentare il prezzo delle ricariche liquide e sospetti di tossicità.

Per fare chiarezza abbiamo intervistato il professor Riccardo Polosa, ordinario di Medicina interna dell’Università di Catania, che risulta essere l’autore più produttivo e autorevole nel panorama scientifico internazionale grazie alle sue ricerche nel settore e-cig.


Perché le ricerche sulle e-cig portano spesso a risultati contrastanti?

“Innanzitutto, perché la metodologia della ricerca viene impostata in modo erroneo e poi anche perché gli approcci alla interpretazione dei risultati non sono uniformi. Inoltre, esistono interessi contrastanti nella gestione del sapere scientifico e delle sue ricadute sui percorsi decisionali. Ad esempio, molti degli studi che evidenziano rischi per le e-cig sono condotti su modelli animali o in vitro e tuttavia gli studi clinici non confermano queste preoccupazioni, anzi evidenziano chiari benefici per coloro che svapano regolarmente in sostituzione delle sigarette”.

Che interesse ci sarebbe da parte delle multinazionali del tabacco a boicottare le e-cig visto che sono già entrate sul mercato delle sigarette elettroniche?

“Si vendono e si venderanno sempre meno sigarette e per cercare di stare al passo coi tempi le multinazionali del tabacco devono trasformarsi. Ecco che le e-cig, così come i prodotti a tabacco riscaldato, rappresentano per le multinazionali una opportunità di diversificazione del loro tradizionale business model. E con buone opportunità di profitto. Inoltre, questi prodotti di nuova generazione sono molto meno dannosi per la salute rispetto alle sigarette e per via di questo le multinazionali sembrano riscattarsi in termini di immagine, rivestendo anche un ruolo positivo in termini di impatto sulla salute pubblica come sta già avvenendo in Giappone dove l’introduzione dei prodotti a tabacco riscaldato ha determinato una impressionante riduzione del tabagismo in quel paese”.

L’anno scorso dopo il Cop7 a Nuova Delhi l’OMS ha dichiarato le e-cig, nonostante il parere del Comitato scientifico, dannose come le sigarette tradizionale, salvo poi fare marcia indietro. Come si spiega questo passaggio confuso da parte di una istituzione come l’Organizzazione mondiale della Sanità?

“In quei giorni è stato tutto poco chiaro. Molti dei dati che alcune delegazioni avevano presentato sugli effetti positivi delle sigarette elettroniche non sono stati ne considerati ne tantomeno discussi. Al momento della discussione riguardante le e-cig, le porte del COP 7 sono state chiuse agli esperti, ai giornalisti e al mondo intero comportando una vergognosa mancanza di trasparenza. In quei giorni, io e altri scienziati avevamo sollecitato l’OMS con una lettera aperta ad una maggior controllo sulle manovre di alcune delegazioni di paesi con nessuna esperienza sul tema che avrebbero voluto forzare l’agenda del COP7 e imporre il proibizionismo per i prodotti da svapo su tutti gli altri paesi. Dopo i nostri interventi, quando tutto è stato più chiaro, l’OMS ha deciso di aprirsi all’ascolto cambiando poi inevitabilmente e ragionevolmente la sua posizione sulla questione sigarette elettroniche”.

Che differenze ci sono, a livello di danni al fisico, tra i liquidi senza nicotina, i cosiddetti aromi, e quelli con nicotina?

“La nicotina è una sostanza psicostimolante che ai dosaggi comunemente assunti non rappresenta un pericolo per la salute. Come precisato anche dall’FDA americana – la nicotina non è cancerogena e non provoca danni ai polmoni. La maggior parte dei fumatori fuma per gli effetti positivi della nicotina (di solito per far fronte a stress, ansia, rabbia e depressione o per migliorare la capacità di attenzione e cognitiva), ma muore per gli effetti dovuti alla continuata esposizione ai prodotti di combustione del tabacco. Il vero problema non è la nicotina, ma il cocktail di migliaia di sostanze tossiche e cancerogene che si liberano nel corso della combustione e che causano malattia e morte. C’è un consenso nascente nel campo della scienza e della salute pubblica per la confermata sicurezza della nicotina nei dosaggi presenti nei prodotti di nuova generazione “combustion-free” (es. prodotti da svapo e prodotti a tabacco riscaldato)”.

Secondo uno studio dell’University of North Carolina Chapel Hill pubblicata sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, le e-cig aumenterebbero il rischio di malattie respiratorie nei soggetti con bronchiti croniche, broncopneumopatia cronica ostruttiva e asma. Addirittura aumenterebbero anche la concentrazione di alcune proteine al di fuori del polmone, associate alla morte delle cellule dei tessuti che collegano i vasi sanguigni e gli organi. Alterazioni che possono avere a che fare con lo sviluppo di malattie infiammatorie sistemiche, come il lupus, le vascoliti e la psoriasi.

Cosa ne pensa?

“Tutto questo è ridicolo. Si tratta dell’ennesima ricerca di scarsa qualità metodologica che tende a enfatizzare rischi con impatto minimo o nullo sulla salute umana e con scarsa considerazione dei potenziali benefici del vapagismo. Inoltre lo studio in questione non tiene conto di diversi importanti fattori di confondimento. Le prove a sostegno della ipotesi di lavoro degli autori statunitensi si sono appalesate a casaccio nel corso dello studio e non ci sono evidenze per una riproducibilità di questi risultati. Diversi studi clinici e sondaggi indipendenti hanno dimostrato che passando dal tabagismo al vapagismo non solo non si danneggia il polmone, ma si creano le condizioni per un miglioramento sostanziale della salute sia a livello polmonare che generale”.

Uno studio guidato da Holly Middlekauff della David Geffen School of Medicine pubblicato sul Journal of the American Heart Association ha associato l’utilizzo della sigaretta elettronica ad un aumento di adrenalina a livello cardiaco.

Esiste davvero questo rischio?

“Non esiste alcun rischio. Questo studio conferma che la nicotina è un farmaco simpaticomimetico e pertanto si prevede che la sua inalazione inneschi l’attività del sistema nervoso simpatico (attraverso il rilascio di adrenalina) aumentando così la frequenza cardiaca, la contrattilità miocardica e la pressione sanguigna. Stessi risultati sono stati riportati dopo l’assunzione di caffè o esercizio acuto (entrambi noti per stimolare l’attività del sistema nervoso simpatico). L’aumento acuto dell’attività del nervo simpatico dopo il consumo di nicotina in individui sani è una normale risposta fisiologica che non ha valore prognostico”.

Ci farebbe un suo bilancio sui rischi e i vantaggi dell’utilizzo della e-cig in relazione alle sigarette tradizionali?

“Certamente. Partiamo da una considerazione che ritengo centrale ai fini della mia risposta. La combustione del tabacco produce migliaia di sostanze tossiche e centinaia di potenziali cancerogeni. Queste sostanze sono per lo più assenti o – se presenti – in concentrazioni di gran lunga inferiori nell’aerosol prodotto dalle e-cig e da altre tecnologie che non bruciano il tabacco. Alcuni esperti stimano che le e-cig siano per il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali. Questa stima è stata confermata da autorità sanitarie serie e rispettabili come il Royal College of Physicians e il Public Health England. Ma – anche relativamente alla percentuale del 95% – si sono registrati forti dissensi tra gli esperti. Tuttavia, la questione fondamentale non sta nella precisione del dato percentuale, ma nel fatto che i prodotti che vaporizzano i liquidi contenenti nicotina sono indubbiamente molto meno pericolosi dei prodotti che prevedono la combustione del tabacco. Inoltre, è stato dimostrato che il passaggio dal tabagismo al vapagismo arresta o riduce il danno fumo correlato in particolare nelle popolazioni vulnerabili come quelle dei fumatori ipertesi, con malattie respiratorie croniche, e affetti da schizofrenia”.

di Edoardo Romagnoli, giornalista professionista

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