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Smartphone e pc? Nei ragazzi creano dipendenza come la droga

L'allarme arriva dai cardiologi e medici internisti italiani

Pubblicato:17-03-2016 18:29
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:24

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ROMA – “Per bambini e ragazzi smartphone, computer e tablet sono come una droga”. L’allarme arriva dai cardiologi e medici internisti italiani, fino al 19 marzo riuniti a Napoli per la XIV edizione del Congresso nazionale della Siprec (Societa’ italiana di Prevenzione Cardiovascolare), presieduta dal professor Bruno Trimarco, direttore del dipartimento di Cardiologia, Cardiochirurgia ed Emergenze Cardiovascolari all’Universita’ Federico II di Napoli.

“In Italia l’81% dei tredicenni si collega a internet tutti i giorni per circa 8 ore– fanno sapere gli esperti- Per il 12% accedere a un social network e’ la prima attivita’ dopo il risveglio e per il 35% l’ultima prima del sonno”. Sempre piu’ giovani e giovanissimi sono quindi preda di un uso eccessivo e scorretto delle nuove tecnologie (da smartphone a tablet fino a pc) con conseguenti rischi sul fronte dello sviluppo cognitivo, della salute psichica (sbalzi di umore e tendenza all’isolamento), ma anche del comportamento e di tipo piu’ prettamente fisico, soprattutto problemi ortopedici, di postura, di vista e sovrappeso, quest’ultimo causato dalla sedentarieta’.


“In alcune persone- prosegue Trimarco- sono riscontrabili gli stessi sintomi di chi abusa di sigarette o alcolici: crisi di astinenza e euforia. Basti pensare alle persone che si incontrano in treno o in metropolitana, quindi per tragitti brevi, compagni di scuola o colleghi di lavoro che invece di parlare si accaniscono sui loro smartphone”.

Tra i temi affrontati al congresso nazionale della Siprec, anche quello relativo alle ‘Nuove dipendenze: segno dei tempi o segno della crisi? Quali segni sul cuore?’, che ha dato anche il nome ad una tavola rotonda a cura della dottoressa Grazia Modena, professore ordinario di Cardiologia e membro del Comitato Scientifico della Siprec. “Il 71% dei tredicenni- afferma la cardiologa- si collega alla rete con il proprio telefonino e lontano dal controllo dei genitori. Il 46% degli adolescenti passa da 1 a 3 ore al giorno sul web e il 26% supera le 3 ore. Per 6 giovani su 10 internet e’ ‘irrinunciabile’ e quasi uno su 4 senza i suoi amici virtuali ‘si sente solo’. Non e’ tutto: 88 ragazzi su 100 riconoscono nelle tecnologie la prima causa di comportamenti di abuso, non correlati a sostanze“. Insomma una dipendenza, quella da apparecchi tecnologici, che oltre a scatenare alterazioni dell’umore (nell’uso dello strumento si prova un aumento dell’eccitazione o maggiore rilassatezza) e’ alla base di numerosi rischi per la loro salute. Tra questi: sovrappeso, causato dalla vita sedentaria; difficolta’ nell’apprendimento scolastico, dovuta al poco tempo dedicato allo studio e alla scarsa concentrazione, perche’ distratti dal gioco, isolamento e tendenza all’introversione. “Sempre piu’ i videogiochi, infatti- spiega ancora Modena- sostituiscono i rapporti personali e le relazioni sociali. Tocca ai genitori inventare attivita’ e giochi per staccare i loro figli dagli schermi, anche se proprio i genitori sembrano aver ormai abdicato al loro ruolo di controllo: due su tre non impongono neanche una regola sull’uso di tablet, tv, telefonini e videogiochi”. Tra gli adulti, invece, a rischio dipendenza da cellulare e pc sono soprattutto le donne. “Si staccano piu’ difficilmente dal computer- sottolinea la dottoressa Modena- perche’ nella ‘rete’ cercano risposte per affrontare meglio ansia, depressione, difficolta’ sentimentali, diete. Tentano di trovare l’elisir di lunga vita, ma in realta’ rinunciano al movimento a favore di una cattiva abitudine: la sedentarieta’. Per non parlare della ‘salute sul web’: ormai la meta’ degli italiani (in questo tra uomini e donne non c’e’ differenza) cerca attivamente on line informazioni su malattie, sintomi, cure e medicinali da assumere. Uno su 4 utilizza blog e forum, in particolare tra i piu’ giovani. Un fenomeno preoccupante– conclude l’esperta- che deve far riflettere”.

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