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Scalzone e Persichetti al convegno su Moro, tutto rinviato per “pressioni del Pd”

Uno è condannato in contumacia per associazione sovversiva, l'altro condannato per concorso morale nell'omicidio del generale Licio Giorgieri

Pubblicato:10-05-2016 15:54
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:42

aldo moro
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aldo moroROMA   – “Pressioni da parte del Pd per rinviare il convegno su Moro, al quale partecipavano Oreste Scalzone e Paolo Persichetti”. Ufficialmente, spiegano gli organizzatori, il seminario e’ stato rinviato per l’indisponibilita’ di alcuni degli invitati ad essere presenti. In realta’, risulta che ci siano state “pressioni politiche” che alla fine ne hanno decretato il rinvio sine die. La causa: Oreste Scalzone e Paolo Persichetti, la cui presenza avrebbe urtato i parenti delle vittime. Questo almeno nei timori del Pd. Si chiude probabilmente cosi’ il convegno che doveva tenersi nella sala del refettorio di Palazzo San Macuto dopodomani, intitolato ‘Il Caso Moro: la politica, la ricerca, la storia Voltare pagina si può’. Patrocinato dalla Camera dei deputati, era in programma nella sala del Refettorio di Palazzo San Macuto.

Dopo la relazione introduttiva del deputato Pd che ha organizzato l’evento, Fabio Lavagno, membro della Commissione d’inchiesta Moro, ben nove relazioni, affidate ad altrettanti professori e ricercatori universitari, avrebbero dipanato l’intricata materia storiografica. Tra i docenti anche Paolo Persichetti, in passato membro dell’Unione dei Comunisti Combattenti condannato per concorso morale nell’omicidio del generale Licio Giorgieri. Oggi Persichetti e’ ricercatore, saggista, giornalista. La seconda parte del convegno prevedeva la presenza di Oreste Scalzone, tra i fondatori di Potere Operaio e di Autonomia Operaia, condannato in contumacia per associazione sovversiva. In entrambi i casi di tratta di fatti di molti anni fa, che non sono neppure in relazione con il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro. Eppure, dal Pd e’ arrivato lo ‘stop’ al seminario di studio.

Marco Clementi, professore di Storia dell’Europa all’universita’ della Calabria, tra i relatori dell’evento, spiega alla DIRE che “questo e’ quanto risulta. Da dentro al Pd, non si sa per iniziativa di quale delle sue anime, sono arrivate pressioni perche’ venisse rinviato. Prima era stata annullata la tavola rotonda del pomeriggio, a causa della indisponibilita’ di due parenti delle vittime. Quindi, nel giro di qualche ora, e per intercessione, pare, dei vertici istituzionali del Pd, e’ stato annullato tutto”. La presidenza della Camera e’ stata informata solo a cose fatte. “Secondo quanto ci e’ stato riferito il Pd trovava inopportuno un seminario di studio, con la presenza di Persichetti e Scalzone, a pochi giorni dall’anniversario della morte di Moro”, spiega Clementi, che non nasconde il suo stupore. “Sono passati quasi 40 anni. E invece sembra sempre che il 9 maggio 1978 sia stato ieri. Dal mio punto di vista di storico- osserva- e’ molto grave che la politica intervenga in questo modo. E’ un fatto di cui bisognerebbe discutere, perche’ pone un problema. Nessuno ha il monopolio della memoria, a distanza di tanto tempo tempo bisognerebbe lasciare alla storiografia e alla societa’ civile la possibilita’ di confrontarsi. Tanto piu’ che una lezione in questo senso viene dai parenti delle vittime. Quando il figlio del procuratore Coco dice che bisognerebbe pretendere “verita’ in cambio di impunita’”, dice una cosa molto saggia, che dovrebbe ispirare la politica. Abbiamo assistito invece a una pagina da stato etico”.


di Alfonso Raimo, giornalista professionista

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