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Beni culturali, Enea: “Dal fico d’India un aiuto per la conservazione e il restauro delle opere d’arte”

Da un’antica tradizione preispanica del Messico, una ricetta per ottenere una buona conservazione di antichi dipinti murali

Pubblicato:07-12-2016 15:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:23

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conservazioneROMA – Dall’estratto del fico d’India un possibile aiuto alla conservazione e al restauro di opere d’arte, secondo un’antica tradizione preispanica del Messico: aggiungendo alla malta un estratto ricavato dall’Opuntia ficus indica (Nopal) è stato infatti possibile ottenere una buona conservazione di antichi dipinti murali e di altri beni artistici.

L’estratto del Nopal permette di migliorare proprietà come plasticità e tempo di indurimento della pasta, maneggevolezza e resistenza della stessa, nonché impermeabilizzazione e fissaggio, date le caratteristiche adesive e coesive nella pittura murale”, sottolinea la ricercatrice Enea Franca Persia.

Allo scopo di definire una metodologia scientifica per la valutazione delle proprietà consolidanti e antimicrobiche dell’estratto di Nopal, finora note e tramandate per conoscenza empirica, è in corso un progetto italo-messicano, sostenuto dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.


Le attività del progetto bilaterale, svolte in collaborazione tra Enea e El Colegio de Michoacán, sono state illustrate a Roma nel corso del workshop ‘Dalla tradizione empirica all’innovazione tecnologica’, che ha voluto offrire “un’occasione di confronto per una transizione verso strategie di conservazione più sostenibili basate sull’uso e la valorizzazione delle risorse biologiche, per ottenere prodotti rispettosi della salute dei restauratori e delle opere d’arte, con minimo impatto ambientale”.

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