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Sciopero riders a Bologna, ieri stop di due ore per Deliveroo fermo. Di Maio: “Anche per loro tutele minime”

I Riders Union da Bologna tornano alla carica: "Non si può lavorare per nemmeno cinque euro l'ora o a cottimo, senza sicurezza e tutele"

Pubblicato:04-03-2019 12:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:11

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BOLOGNA – Nuovo sciopero dei riders di Bologna: la protesta, proclamata dai ciclofattorini di Deliveroo, è andata in scena ieri sera e la piattaforma “per più di due ore non ha potuto effettuare consegne“. Lo riferisce su Facebook la sigla autorganizzata Riders Union, già stata protagonista di iniziative simili sotto le Due torri. Ieri sera “c’è stato un nuovo sciopero dei riders di Deliveroo con un presidio davanti al McDonald’s di via Indipendenza– racconta Riders Union- che si è trasformato in un corteo per le strade del centro. L’adesione allo sciopero è stata quasi totale e Deliveroo per più di due ore non ha potuto effettuare consegne”.

Secondo Riders Union, “si tratta dello sciopero contro una singola piattaforma più partecipato degli ultimi tempi, a dimostrazione di come la lotta dei riders continui a crescere”. Del resto, “l’atteggiamento di totale chiusura tenuto da Deliveroo, che in questi mesi è arrivata persino a peggiorate le condizioni dei lavoratori- continua il post- ha infatti solo avuto l’effetto di aumentare la rabbia dei riders. È inaccettabile che invece dei diritti ci arrivino notizie come quella di Marco, ciclofattorino romano, che ha subito l’asportazione della milza a seguito di un incidente durante una consegna”.

Un episodio come questo “non è un caso, non è una fatalità: lavorare per nemmeno cinque euro l’ora o a cottimo, senza tutele, per decisione unilaterale delle aziende, produce tutto questo. Il business delle piattaforme non può continuare a svolgersi sulla pelle dei lavoratori“, attacca Riders Union. “Deliveroo deve negoziare con i suoi riders”, concludono i ciclofattorini bolognesi, che promettono in caso contrario altre proteste: “Fino a quando le giuste rivendicazioni non verranno accolte, ci saranno altri scioperi”.


DI MAIO: I RIDERS AVRANNO TUTELE MINIME COME I DIPENDENTI

“Noi stiamo lavorando a far sì che i riders abbiano le stesse tutele del lavoro subordinato“. Lo dice il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio presentando a Torino il Fondo Nazionale per Innovazione per le startup italiane.

“Se il dialogo non porta a un punto di chiusura- aggiunge il vicepremier- io devo prendere una decisione: ci saranno soglie di diritti minimi fondamentali anche per loro come per tutti i lavoratori italiani”. Di Maio aggiunge: “Finchè utilizzi l’essere umano al posto della tecnologia non puoi mettere in competizione l’essere umano con la tecnologia, il valore dell’essere umano non lo puoi mettere in discussione. Ci sono i diritti fondamentali che fanno la differenza tra cittadino lavoratore e cittadino non lavoratore”.

UIL: TUTELE AI RIDERS? ECCO GLI ERRORI DA EVITARE

La Uil aspetta al varco le promesse del Governo sui riders. “La sentenza del Tribunale di Torino sui rider di pochi mesi or sono, ha individuato una serie di tutele per i lavoratori e considerato il contratto nazionale della logistica, trasporto merci e spedizione il punto di riferimento”, e quindi “a questi lavoratori vanno riconosciuti i riferimenti retributivi del contratto nazionale così come tutte le tutele, tra cui malattie, infortuni, formazione”. Lo rimarca il segretario nazionale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, dopo l’annuncio di un emendamento pro-ciclofattorini nel ‘decretone’.

Ci sono dei paletti da cui non si può prescindere, avvisa insomma Tarlazzi. Così come “deve essere impedita alle piattaforme una retribuzione a cottimo, che crea sfruttamento e povertà e divide i lavoratori in serie A e B, ed affermata la natura giuridica del rapporto di lavoro subordinato dei rider”. Messi in fila questi punti fermi, “qualsiasi provvedimento- avverte il segretario della Uiltrasporti- che dovesse andare sotto questi presupposti minimi sarebbe un errore strategico, oltre che una inaccettabile ingiustizia, per un paese come l’Italia, che ha bisogno di rilanciarsi anche sotto il profilo della qualità del lavoro e della tutela delle persone. Come Uiltrasporti non lo accetteremo”.

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