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Università di Pavia, 14 borse di studio per rifugiati meritevoli

In collaborazione con la Fondazione Cittalia-Anci e il servizio centrale dello Sparar, a studenti "selezionati secondo criteri di merito e sulla base della conoscenza della lingua italiana e di quella inglese"

Pubblicato:03-03-2016 16:48
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:05

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Protesta migrantiROMA – Quattordici borse di studio a favore di giovani rifugiati accolti nei progetti territoriali dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), come affermano le fonti cattoliche.

Sono quelle che l’Università di Pavia, in collaborazione con la Fondazione Cittalia-Anci e il servizio centrale dello Sparar, ha assegnato a studenti “selezionati secondo criteri di merito e sulla base della conoscenza della lingua italiana e di quella inglese”.

I vincitori delle borse di studio- prosegue la nota- “sono originari di otto diversi paesi (Afghanistan, Camerun, Gambia, Iran, Nigeria, Togo, Turchia e Ucraina) e si sono iscritti ai corsi di laurea dell’Universita’ di Pavia”. “Oltre all’iscrizione gratuita ai corsi di laurea, l’Universita’ ha reso disponibile, grazie alla rete dei prestigiosi collegi presenti a Pavia, anche il vitto, l’alloggio e l’accesso alle biblioteche e alle sale informatiche dell’ateneo”. In questo modo, i giovani “avranno la possibilita’ di riprendere gli studi interrotti – perche’ in fuga da zone di guerra, o perche’ perseguitati o soggetti a gravi violazioni dei diritti umani – e sviluppare ed investire nel nostro paese le proprie capacita’ e competenze”. “L’iniziativa e’ un importante segnale per avviare anche in altre realta’ italiane iniziative simili- ha detto Matteo Biffoni, delegato Anci all’immigrazione e sindaco di Prato- per un’accoglienza dignitosa che garantisca anche il diritto di accesso all’istruzione a quanti in fuga dal proprio paese”. “Il progetto- ha affermato Annarita Calabro’, presidente del Centro di ricerca Merged dell’Universita’ di Pavia- sta raccogliendo consensi e contributi significativi da parte non solo dei docenti, ma anche degli altri studenti dell’Ateneo, delle associazioni studentesche e della societa’ civile pavese perche’ questi giovani rifugiati possano davvero entrare a far parte della comunita’ studentesca e cittadina”.


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