NEWS:

Terremoto, Realacci: “L’8xmille sia destinato al ripristino dei beni culturali”

Il presidente della Commissione Ambiente, sottolinea: "E’ una scelta concretizzabile in tempi brevi"

Pubblicato:03-01-2017 15:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:45

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “I beni culturali sono una risorsa preziosa per il paese, lo si vede nella grande affluenza di questi giorni, ma lo sono ancora di più per le zone colpite dal sisma. Essi devono costituire uno dei motori della ripresa delle zone del cratere dove, oltre a ricostruire gli edifici, occorre riattivare i processi produttivi per dare un futuro alle comunità”. Lo scrive Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, sul suo profilo facebook. “Sono oltre 5 mila i siti di alto valore artistico, storico e culturale colpiti dal terremoto che ha fatto tremare Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Agli edifici storici- dice Realacci- si aggiungono le opere d’arte di enorme valore: tele, affreschi, sculture. Un patrimonio preziosissimo che rappresenta parte fondamentale dell’identità dell’Italia e dell’Europa.

Ho proposto, anche con una interrogazione presentata insieme ai colleghi Braga e Borghi al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’Economia e delle Finanze e a quello dei Beni e delle Attività Culturali, che l’8×1000 dello Stato sia destinato, per almeno 10 anni, alla ricostruzione e al restauro di questi beni feriti“. Si tratterebbe “di circa 150/200 milioni annui che garantirebbero un flusso di finanziamenti certo e costante nel tempo per le attività di restauro e ripristino. Questa finalità per i fondi dell’8×1000 dello Stato è già prevista dalla legge e viene incontro anche ad alcuni rilievi avanzati dalla Corte dei Conti sull’impiego di queste somme il cui utilizzo è poco trasparente. E’ una scelta concretizzabile in tempi brevi- termina Realacci- e che darebbe un segnale forte per il futuro delle collettività che stanno vivendo il dramma del terremoto”.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it