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Paolo Nespoli ‘ospite’ alla Mostra del Cinema di Venezia

La Terra? "Una nave che naviga nello Spazio, mentre noi siamo i marinai: ci conviene lavorare insieme affinché il viaggio continui"

Pubblicato:06-09-2017 17:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:39

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Paolo_NespoliVENEZIA – “Sarà forse per i tetti delle case, ma vista dallo Spazio Venezia è tutta rossa”. Lo afferma l’astronauta Paolo Nespoli, oggi in collegamento dalla Stazione spaziale internazionale con la Mostra del cinema di Venezia, alla presenza del governatore Luca Zaia, del portavoce dell’Asi (Agenzia spaziale italiana), Andrea Zanini, Elena Grifoni Winters, Capo di gabinetto Esa (Agenzia spaziale europea), e della regista Alessandra Bonavina, che a Venezia presenta il docufilm Expedition, di cui Nespoli è il protagonista.

La vita nello Spazio è scandita da tutta una scaletta di attività imposta da Houston, spiega Nespoli. “Noi siamo operai spaziali, elettricisti, idraulici, le mani di chi studia gli esperimenti da farci fare”.

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L’attività nella stazione, infatti, è principalmente di ricerca ed è importantissima per lo sviluppo di tecnologia pacifica, spiega Grifoni Winters. I rilevatori di fumo, ad esempio, sono stati ideati dopo un incidente avvenuto nella missione Apollo, aggiunge Zanini. Far conoscere l’attività che avviene nello Spazio, come fa il documentario Expedition, è quindi importante perché le missioni spaziali fanno parte della società e della storia dell’uomo, ed è fondamentale che le si portino avanti e che ci siano ragazzi che prendono uomini come Nespoli a modello e sognino di fare gli astronauti.


“Se io sono nello Spazio è merito di centinaia, forse migliaia di persone che lavorano duro”, precisa Nespoli dallo Spazio, sottolineando che grazie ai progressi fatti ora bastano circa due anni di preparazione per affrontare una missione spaziale. Questo tipo di missioni ha anche un altro vantaggio, conclude l’astronauta, ovvero dimostra che Usa, Europa e Russia possono collaborare per un fine più alto, cosa che avviene nello Spazio e che dovrebbe avvenire anche sulla Terra, che Nespoli vede come “una nave che naviga nello Spazio, mentre noi siamo i marinai e ci conviene lavorare insieme affinché il viaggio continui”.

di Fabrizio Tommasini, giornalista

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