BOLOGNA – “Non credo che la nostra presenza possa riscuotere un apprezzamento“. Anche se non lo dice esplicitamente, il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato fa capire, parlando con i cronisti a margine di una conferenza stampa, che non parteciperà alla commemorazione della strage del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria, dove il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi ha annunciato che contesterà la scelta della Procura di chiedere l’archiviazione dell’indagine sui mandanti. Sul punto, Amato precisa di non andare per forza in cerca di “un apprezzamento”, ma si dice anche convinto del fatto che “la critica debba essere sempre caratterizzata dalla possibilità di un contraddittorio”.
Siccome però, aggiunge, “in quella sede, inevitabilmente, un contraddittorio non ci può essere, io credo che per noi parlino le nostre attività giudiziarie”. Come già fatto nei giorni scorsi, quindi, il procuratore difende l’attività dei pm bolognesi, affermando che, a questo punto, “è il giudice che deve decidere: noi siamo sereni e consapevoli di aver fatto il lavoro che si doveva fare, un lavoro aderente e fedele alle carte processuali”.
di Andrea Mari, giornalista professionista
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it