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Ecco ‘Fare Salute’, uno spazio per le attività di formazione continua dei medici

L'iniziativa nasce dalla collaborazione tra Altems e Sumai Assoprof

Pubblicato:07-02-2023 18:39
Ultimo aggiornamento:07-02-2023 18:43

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ROMA – Un luogo in cui discutere di assistenza sanitaria primaria. Uno spazio in cui promuovere attività di formazione continua dei medici negli ambiti della sanità pubblica, del management, dell’economia e della politica sanitaria. È con questo spirito che nasce ‘Fare Salute: sinergie multiprofessionali e multidisciplinari per l’assistenza territoriale integrata‘, evento organizzato da Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari- Facoltà di Economia dell’Università Cattolica nel Campus di Roma, e da Sumai Assoprof, Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria.

Ospitato presso il Museo Ninfeo di Roma, l’incontro ha dedicato ampio spazio al piano di riordino dell’assistenza territoriale, previsto dal Pnrr e dettagliato dal Decreto Ministeriale 77 del 2022. I partecipanti si sono soffermati sulla Casa della Comunità, luogo fisico caratterizzato da una chiara identità logistica che agirà per obiettivi di salute, sviluppando e realizzando progettualità per la comunità e l’individuo, avvalendosi di equipe multiprofessionali e multidisciplinari, del coinvolgimento degli stakeholder comunitari e del supporto di innovative soluzioni digitali.

GLI INTERVENTI

‘Il ministro, così come il governo- ha affermato Marco Mattei, capo della segreteria tecnica del ministro della Salute- è chiamato all’attuazione di un Dm 77 che porta in sé progetti e proiezioni sul futuro dell’assetto della salute che prende le mosse da quello che abbiamo imparato durante gli anni del Covid, l’importanza di dotare il territorio di professionalità, e oggi il titolo stesso dell’incontro, la multiprofessionalità e la multidisciplinarità, ci dà come sfida quella di far lavorare insieme soggetti che oramai non possono più sottrarsi da quella che è la sinergia’.


‘La sostenibilità del potenziamento del territorio- ha aggiunto Angela Adduce, ispettore generale capo, Ispettorato generale per la spesa sociale (Igespes) del ministero dell’Economia e delle Finanze- è un’esigenza nata da tempo, è da tempo inattuata e il Pnrr dopo il Covid l’ha fatta diventare una riforma imprescindibile e urgente da realizzare, perché di fatto già nel 2020 con il Covid dilagante il governo è entrato con un decreto legge, il DL 34, che all’articolo 1 aveva come oggetto proprio il potenziamento dell’assistenza territoriale. Con la Legge di Bilancio per il 2022 sono state aggiunte risorse finalizzate proprio al potenziamento del territorio. La casa della comunità non è soltanto un qualcosa di sanitario ma è definita come punto unico di accesso ai servizi sanitari e sociali’.

“Penso che il DM 77 non sia stato ancora accettato- ha spiegato il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan– questa è la sensazione che ho. Oggi, nei Pronto soccorso romani ci sono, leggo sui giornali, 1.000 persone in barella che stanno lì quattro, cinque giorni. La Francia e la Germania hanno il triplo dei nostri posti letto. O torniamo indietro e ammettiamo di aver sbagliato tutto, perché noi i posti letto li avevamo e li abbiamo chiusi, oppure andiamo a vedere cosa hanno fatto altri Paesi che hanno riorganizzato l’assistenza territoriale. Dobbiamo riaprire i posti letto, dobbiamo riaprire gli ospedali, dobbiamo triplicare i Pronti Soccorsi’.

‘In questi tre anni- ha ricordato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti (Fofi), Andrea Mandelli- noi abbiamo fatto la nostra parte, l’abbiamo fatta in maniera egregia. Penso sia stato un crescendo di attività che il farmacista è stato chiamato a interpretare sempre con grande umiltà ma anche con grande capacità di essere risolvente. Quando dalla sera alla mattina abbiamo messo le ricette on line non c’è stato un cittadino che non abbia avuto quella prestazione esistente ed essenziale. Siamo riusciti a trasformare quel messaggino di whattsap in una prestazione sanitaria pagata dallo Stato. Inoltre, se il farmacista non avesse fatto milioni di Green pass, l’Italia si sarebbe fermata’.

Durante i lavori ha preso poi la parola Pietro Giurdanella. E lo ha fatto per lanciare un allarme ben preciso. ‘Avremo sempre più persone con problematiche di tipo croniche- ha informato il componente del Comitato centrale Fnopi e presidente dell’Opi di Bologna- che poi si associano a problematiche anche di reddito, anche di tipo sociale e familiare e che apre la strada alle grandi fragilità. Tutto questo necessita un cambio dei modelli organizzativi: per come abbiamo conosciuto oggi i modelli ospedalieri, non reggono l’onda d’urto dei bisogni di cittadini che hanno fragilità, che hanno cronicità. Il Pronto Soccorso non è il setting adeguato per rispondere a bisogni di salute dei cittadini che con il DM 77 devono avere una risposta in prossimità, la casa come primo luogo di cura’.

Nel dibattito si è poi inserito il componente del Comitato di presidenza di Farmindustria, Francesco De Santis. ‘Sappiamo- ha reso noto- che da qui al 2050 avremo cinque milioni di over 65 in più, avremo cinque milioni di lavoratori in meno e avremo tre milioni in più di 80enni. Tutte queste fasce di popolazione richiederanno assistenza sanitaria, cure che sono due, tre volte superiori alla media che il cittadino che riceve durante la sua vita. Se non altro la farmaceutica spenderà nel mondo 1,6 trilioni di dollari in ricerca e sviluppo nei prossimi dieci anni’.

Alla tavola rotonda, moderata da Annalisa Manduca, è giunto poi il punto di vista dei pazienti. Il segretario generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino, ha precisato che ‘in questa fase i cittadini si aspettano di essere non soltanto oggetto dell’attenzione del mondo delle professioni sanitarie e del mondo del sociale ma protagonisti dei loro bisogni di salute. Sarebbe un guadagno non soltanto per i cittadini ma per l’intero sistema. L’aspirazione potrebbe essere che quando le case della comunità come luoghi fisici saranno finalmente costruite, parliamo di anni, non di mesi o settimane, tutto il resto sia già compiuto, la comunità già funzioni, già sia in grado di risolvere i bisogni di salute: costruire il software prima ancora che l’hardware, che pure in Pnrr ci mette a disposizione, sia disponibile’.

IL CORSO DEL PERFEZIONAMENTO

Nel corso dell’evento è stato presentato, per l’anno accademico 2022-2023, il corso di perfezionamento dal titolo ‘La sfida dell’assistenza territoriale integrata. Sinergie multiprofessionali e multidisciplinari per lo sviluppo della Casa di Comunità’. Il direttore del corso, Gianfranco Damiani, ha sottolineato che ‘questo corso è una opportunità per i professionisti, indipendentemente dal loro livello di cultura o di professione, che in qualche modo accettano una sfida, quella della complessità. Una complessità caotica che i nostri servizi sanitari stanno vivendo in questo momento storico e che trova nello sviluppo della assistenza territoriale, con una prospettiva comunitaria, una possibile soluzione per creare quelle sinergie che sono l’unico elemento che ci permette di superare le solitudini dei pazienti, dei cittadini, dei medici, degli infermieri e delle altre professioni sanitarie, dei farmacisti e di tanti attori che svolgono perfettamente il loro compito specialistico per il quale sono stati formati’.

‘La casa della comunità- ha poi aggiunto- non è solo un luogo fisico, non deve essere solo la brutta o la bella copia di tanti vecchi poliambulatori di Asl, ma è un luogo in cui si pensa, si attua, si monitora la realizzazione della presa in carico dell’individuo, dove per presa in carico si intende la garanzia, nei confronti della cronicità, di accesso e di continuità dell’assistenza. Una continuità che non è solo temporale, ma è anche relazionale, informativa e manageriale’.

‘Questo- ha ricordato il segretario generale del Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria (Sumai Assoprof), Antonio Magi– è un percorso che ha preso il via qualche anno fa, prima del Covid, quando si cominciava a pensare su come poter lavorare insieme. Non c’era alcun indirizzo, avevamo l’idea di essere noi i primi a partire come operatori. Un sindacato, dunque, non tale per i propri iscritti ma un sindacato attivo, che facesse sistema, che cercasse di mettere insieme tutte le categorie professionali per lavorare in sinergia’.

Sono anni che dico che dobbiamo lavorare tutti insieme, discutere insieme ed essere un blocco unico come sanitari- ha continuato- perché insieme possiamo davvero creare quelle condizioni per migliorare il Servizio sanitario nazionale. ‘Fare Salute’ è aperto a tutti, è nato per mettere a sistema tutti quanti, comprese le persone che non fanno attività sindacale e mettendo le diverse professioni l’una accanto all’altra. Il percorso è stato lungo e non è stato facile, ma sono molto contento della risposta che c’è stata oggi. La sanità è una, non possiamo parlare solo di territorio senza parlare anche di ospedale‘.

‘Fare Salute- poi, ha affermato il suo responsabile scientifico, Americo Cicchetti- vuole essere una piattaforma di collaborazione aperta. Oggi ho capito una cosa: esiste, più o meno, una piattaforma giuridico-istituzionale sufficientemente condivisa. Non importa che non sia la migliore possibile, l’importante è che sia qualcosa su cui si può lavorare e mi riferisco al DM 77′.

‘Sul fronte dell’innovazione tecnologica e dell’innovazione digitale- ha sottolineato- fare telemedicina piuttosto che utilizzare soluzioni digitali non è semplicemente comprare degli applicativi ma significa cambiare il modo di lavorare. Per quanto riguarda l’assistenza primaria e della gestione della cronicità, ci sono alcune innovazioni di natura più tecnologica che sono fondamentali e che hanno un enorme valore’. ‘Dobbiamo sfruttare di più- ha concluso- i cittadini e i pazienti attivi: devono essere a bordo, perché se sono a bordo è probabile che troverò la soluzione più adatta alle loro esigenze’.

All’incontro ‘Fare Salute: sinergie multiprofessionali e multidisciplinari per l’assistenza territoriale integrata’ hanno preso parte, tra gli altri, il capo della segreteria tecnica del ministro della Salute, Marco Mattei, l’ispettore generale capo, Ispettorato generale per la spesa sociale del ministero dell’Economia e delle Finanze, Angela Adduce, il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan, il presidente Fofi, Andrea Mandelli, il componente del comitato di presidenza di Farmindustria, Francesco De Santis, il segretario generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino e il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti.

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