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Ue, Cherubini (Luiss): “La partecipazione democratica è decisiva”

Il docente sul corso per giornalisti a Bologna dal 30 novembre al 2 dicembre

Pubblicato:30-10-2023 16:52
Ultimo aggiornamento:30-10-2023 17:56
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ROMA – La partecipazione come nodo decisivo dei processi democratici ed elettorali europei, centrali per l’esercizio di poteri sovrani ceduti dagli Stati membri: è la prospettiva suggerita da Francesco Cherubini, docente di Diritto dell’Unione Europea presso l’università Luiss Guido Carli.

L’esperto ne parla in relazione a un corso di formazione del Parlamento Ue rivolto a giovani giornalisti, content creator e operatori dell’informazione, in programma nella redazione dell’agenzia Dire a Bologna da giovedì 30 novembre a sabato 2 dicembre.

“E’ difficile immaginare un ambito nel rapporto di fiducia tra parlamento e governo nazionale che non riguardi anche tematiche europee” dice Cherubini spostandosi al livello dell’Ue. “Questo ci porta allora a sottolineare la necessità di processi particolarmente partecipati, perché riguardano l’esercizio di poteri sovrani, non originari ma ceduti dagli Stati membri, comunque relativi all’esercizio di poteri sovrani”.


Secondo il docente, “il processo elettorale europeo risente delle stesse problematiche che investono i processi elettorali nazionali, a cominciare dalla disaffezione verso il processo decisionale politico, un fatto che riguarda sia i parlamenti nazionali che quello europeo”. Cherubini continua: “Rispetto alle problematiche che possono insorgere tra elettorato e parlamenti nazionali, nel caso del parlamento Ue c’è poi qualche elemento di preoccupazione in più, che da sempre ha interessato il principio democratico all’interno di questa organizzazione, che appunto non è uno Stato bensì un’organizzazione”.

L’analisi del docente si allarga alla struttura istituzionale dell’Ue. “La rappresentazione della volontà popolare all’interno dell’Europarlamento non è il solo elemento che contribuisce al processo decisionale perché all’interno di quel procedimento c’è la Commissione, che è una specie di istituzione terza che fa interessi dell’Unione e che viene nominata in un processo in cui partecipa pure il Parlamento Ue” dice Cherubini.

Soprattutto, nel processo decisionale c’è il Consiglio, dove siedono gli Stati membri: questo crea una asimmetria rispetto ai processi democratici noti all’interno degli Stati nazionali, dove i consociati eleggono il parlamento, il parlamento nomina un governo e nell’interazione tra governo e parlamento si producono le norme giuridiche, cioè le regole cui tutti dobbiamo soggiacere”.

A livello europeo interverrebbero fattori peculiari. “Nel caso dell’Ue il processo elettorale non completa il quadro perché c’è una fetta molto importante rappresentata dal contributo della Commissione e del Consiglio” sottolinea Cherubini. “La relazione tra queste tre istituzioni è abbastanza anomala perché il Parlamento ha una sorta di rapporto di fiducia con la Commissione, che però è organo terzo, mentre non ce l’ha con il Consiglio e questo proprio perché l’Ue è un’organizzazione e non uno Stato”.

Per le richieste di informazioni sul corso a Bologna può essere utilizzato l’indirizzo e- mail formazionegiornalistiue@agenziadire.com. Per le candidature, in vista della selezione di un numero massimo di 20 partecipanti, è predisposto un form online che consente la condivisione di curriculum vitae e motivazioni.


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