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Mes, la maggioranza chiede 4 mesi di sospensiva: ecco il testo

Di Giuseppe (FdI): "Si ritiene opportuno procedere con maggiore approfondimenti del funzionamento del Mes vista la delicatezza degli argomenti trattati"

Pubblicato:30-06-2023 11:26
Ultimo aggiornamento:01-07-2023 13:29
Autore:

giorgia-meloni
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ROMA – I gruppi di centrodestra hanno chiesto una sospensiva di 4 mesi sul Mes per avere il tempo di fare ulteriori approfondimenti. Lo ha spiegato in aula alla Camera il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe: “I gruppi di maggioranza hanno presentato la sospensiva per non procedere all’esame delle proposte di ratifica delle modifiche al trattato istitutivo del Mes per un periodo di 4 mesi”. E ha poi spiegato: “Servono maggiori approfondimenti del meccanismo del Mes vista la delicatezza dei temi trattati”, ha poi aggiunto Di Giuseppe. Il governo vuole quindi temporeggiare e rinviare di quattro mesi l’esame delle proposte di ratifica delle modifiche al trattato del Mes, presentate dalle opposizioni e all’esame dell’Assemblea di Montecitorio.

DI GIUSEPPE: “UTILIZZARE IL MES CI FA PERDERE POTERE CONTRATTUALE”

“Resta il fatto- ha spiegato Di Giuseppe- che utilizzare il Mes comporta il rischio di stigma e di perdita di potere contrattuale sul piano europeo e internazionale. Alla luce delle modifiche apportate al Trattato istitutivo del Mes, a seguito dei recenti cambiamenti nel contesto internazionale, di cui il Mes verrebbe chiamato ad operare considerato che sia ancora in fase di attesa di quelle che potrebbero essere le nuove regole del Patto di stabilità europeo, del completamento dell’unione bancaria e dei meccanismi di salvaguardia finanziaria. Questi fondamentali per il futuro della crescita di tutti i Paesi membri della Ue e non scindibili dal Mes. Si ritiene opportuno procedere, quindi, con maggiore approfondimenti del funzionamento del Mes vista la delicatezza degli argomenti trattati“.

IL TESTO PER INTERO DELLA RICHIESTA DI SOSPENSIVA

È di tre pagine la questione sospensiva presentata alla Camera dalla maggioranza sulla ratifica del Mes, in cui si chiede un rinvio di 4 mesi dell’esame. Questo il testo del documento firmato dai deputati Foti, Molinari, Barelli, Lupi, Caiata, De Bertoldi, Di Giuseppe, Pedrissa, Sbardella, Testa e Trancassini.


“Premesso che: il trattato istitutivo del Mes, ovvero l’accordo internazionale tra Stati dell’area dell’Euro è stato ratificato dal Parlamento italiano nel 212; in quanto trattato tra Governi, esso si colloca all’esterno del quadro giuridico dell’Ue ed è autonomo rispetto alle regole sul funzionamento della stessa Unione europea; il trattato istitutivo del Mes nasce nel corso della crisi greca al fine di fronteggiare, con risorse straordinarie, un crollo nella sostenibilità del debito nazionale; poichè si trattava di garantire i prestiti erogati, furono stabilite specifiche condizioni che determinavano le riforme da attuare e la necessità di ristrutturare il debito pubblico dello Stato beneficiario; osservatori dell’attuazione del piano nel singolo Stato avrebbero dovuto essere i rappresentanti dei ‘creditori’, quindi Banca Centrale Europea, Fondo monetario internazionale e Commissione europea (la cosiddetta Troika); il 27 gennaio 2021 è stato firmato (anche dall’Italia) un nuovo Trattato del Mes, quindi modificativo del precedente, che interviene sulle condizioni necessarie per la concessione di assistenza finanziaria e sui compiti svolti dal Mes in tale ambito; a seguito dell’intervento di modifica intervenuto con il nuovo trattato, la finalità del Mes rimane, quindi, quella di prestare assistenza finanziaria agli Stati in difficoltà, attraverso l’erogazione di prestiti e di linee di credito; i primi destinati a Stati senza piu’ accesso al mercato finanziario o con un accesso eccessivamente gravoso, mentre le seconde sono mirate a prevenire che uno Stato si venga a trovare nella situazione appena descritta; tra le modifiche apportate al trattato istitutivo del Mes, è opportuno evidenziare le criticità relative alla linea di credito condizionale precauzionale (PCCL), concessa con la sola firma di una lettera di intenti (e non di un memorandum d’intesa), e limitata ai Paesi in grado di soddisfare criteri più dettagliari rispetto a quanto previsto dal regime vigente.
Tali criteri sono:
non essere soggetti alla procedura per disavanzi eccessivi; rispettare parametri quantitativi di bilancio nei due anni precedenti la richiesta di assistenza finanziaria (disavanzo inferiore al 3% del Pil, saldo di bilancio strutturale pari o superiore al valore di riferimento minimo specifico per Paese, rapporto debito/pil inferiore al 60% del Pil o riduzione di questo rapporto di 1/20 all’anno); assenza di di squilibri eccessivi nel quadro della sorveglianza macroeconomica dell’Ue (è evidente come la situazione debitoria dell’Italia tenda ad escludere il nostro Paese da tale linea di credito); la linea di credito soggetta a condizioni rafforzate (ECCL), viene aperta ai membri del Mes che non sono ammissibili alla PCCL: in tal caso il Paese richiedente è chiamato a firmare un memorandum d’intesa, impegnandosi a intervenire con le necessarie riforme sulle proprie criticità; il Mes nella sua configurazione attuale rimane, quindi, una organizzazione intergovernativa, dunque non rientrante negli organismi dell’Unione europea e per questo non soggetto al controllo democratico del Parlamento europeo, nè a quello tecnico della Commissione europea, ragion per cui tale componente privatistica puo’ generare conflitti con la gestione pubblica della politica economica; l’accordo di utilizzare il Mes come barriera di protezione (backstop per il fondo unico di risoluzione (FUR) viene percepito come un grande progresso, ma rimane esposto ai veti dei parlamenti nazionali; risulta difficile immaginare che il FUR e la sua barriera di protezione possano essere utilizzati fino a quando non emergerà un quadro appropriato di risoluzione sostenuto d auna disciplina genuinamente europea del fallimento; al di là delle asserite assicurazioni sulla riduzione dei criteri condizionali e il credito agevolato consentito dal Mes a seguito della crisi da pandemia Covid-19, a parte le ambiguità sui criteri ex-ante ed ex-post che persistono, resta il fatto che utilizzare il Mes comporta il rischio di stigma e di perdita di potere contrattuale sul piano europeo e internazionale.
Alla luce delle modifiche apportate al trattato istitutivo del Mes, a seguito dei recenti cambiamenti del contesto internazionale in cui il Mes verrebbe chiamato ad operare e considerato che si è ancora in fase di attesa di quelle che potranno essere le nuove regole del Patto di Stabilità europeo, del completamento dell’Unione bancaria e dei meccanismi di salvaguardia finanziaria – questioni fondamentali per il futuro della crescita di tutti i Paesi membri dell’Unione europea e non scindibili dal Mes – si ritiene opportuno procedere a maggiori approfondimenti del funzionamento del Mes, vista la delicatezza degli argomenti trattati, delibera: ai sensi dell’articolo 40, comma 1, del Regolamento della camera, di sospendere l’esame dell’A.C. 712 per un periodo di 4 mesi, alla luce delle modifiche.

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