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Tlc, Assoprovider al Mise: “Rimodulare oneri frequenze per banda ultra larga nel rurale”

L'associazione, che rappresenta oltre 200 operatori delle TLC italiane, lancia un appello al MISE

Pubblicato:30-06-2020 18:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:35
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ROMA – L’associazione, che rappresenta oltre 200 operatori delle TLC italiane, lancia un appello al MISE affinche’ permetta alle PMI italiane di utilizzare i milioni di link radio totalmente inutilizzati per portare la banda ultra larga anche nelle zone rurali. Assoprovider come si legge nella nota chiede quindi al MISE “di appoggiare senza indugi l’emendamento 195.4 al decreto rilancio in discussione alla camera, un emendamento che consente finalmente a migliaia di operatori Italiani di accesso alla rete internet di ampliare i servizi erogati nelle zone rurali utilizzando risorse frequenziali da sempre totalmente inutilizzate”.

 Secondo una stima interna dell’associazione, “oltre il 98% delle risorse frequenziali punto-punto giacciono oggi inutilizzate mentre potrebbero essere impiegate per portare da subito la connettivita’ ultra veloce nelle zone rurali che ne hanno piu’ bisogno, come e’ emerso durante l’emergenza Covid. L’emendamento permetterebbe di portare fin da subito la banda ultra larga la’ dove serve e dove centinaia di operatori locali italiani sono da tempo presenti e pronti con le loro reti e permetterebbe di portare i servizi erogati nelle zone rurali ai massimi livelli di efficienza ed efficacia. La proposta non prevede di avere frequenze in uso gratuito, ma di rimodulare gli oneri amministrativi, che nel nostro paese sono ingiustificatamente alti, cosi’ da far cessare la distorsione dei prezzi che da tempo agevola solo i grandi operatori, adeguandoli finalmente a quelli vigenti negli altri paesi europei. Gli attuali oneri amministrativi, cosi’ come attualmente applicati nel nostro Paese rappresentano delle barriere economiche artificiose e discriminatorie nell’accesso alle risorse collettive come evidenziato dalla recente relazione AGCOM e dalla normativa europea in materia”. Secondo Assoprovider “questo avrebbe un impatto positivo sulla concorrenza nel settore degli operatori del trasporto digitale”. 


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