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Alce nero vuole mollare? Pranzo-protesta a Bologna: “Andatevene”

Il collettivo Eat the rich non è dispiaciuto che Alce Nero lasci via Petroni. Anzi.

Pubblicato:30-03-2017 20:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:04

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BOLOGNA – Nemmeno “Alce nero”, o meglio il suo ristorante in via Petroni, si salva dalla contestazione in zona universitaria: oggi infatti è andato in scena un ‘pranzo polemico’ all’insegna dello slogan “Andatevene pure“. Parole scritte anche in grandi caratteri sul pavimento davanti al locale: quel ristorante che, per stessa ammissione del vertice dell’azienda campione del ‘bio’ potrebbe traslocare se la zona universitaria, flagellata dal degrado e dalla movida scomposta, non dovesse essere ‘risanata’. ‘Traduce’ il concetto “Eat the rich“, la sigla movimentista nata per promuovere pranzi a prezzi popolari e strutturatasi attorno ai collettivi universitari per accompagnare le proteste sul caro-mensa all’Alma mater: “Chi lucra sulla nuova Bologna city of food non è soddisfatto, vuole di più e subito, le guide turistiche sono già in stampa, ora l’amministrazione e la polizia devono fare il loro dovere, e in fretta”. E allora Eat the rich ha deciso di opporsi “a chi vorrebbe imporci una Bologna ad uso e consumo dei turisti, in cui regnano l’ordine e la pace sociale, in cui il cibo diventa food e nutrire diventa business, in cui chi non è disposto ad accettare le regole viene menato e calpestato”. E nel mirino finisce Alce Nero, “la punta di diamante del bio per ricchi, che specula sulle nostre vite facendoci confondere del cibo sano con un’etichetta colorata di verde, massimizzando il profitto su della merce che da fonte di sostentamento diventa status symbol e lusso per chi può permetterselo”. Di qui l’invito: “Andatevene pure”.

Con Alce nero si schierano i residenti riuniti nell’associazione Via Petroni e dintorni esprimendo solidarietà a dirigenti e dipendenti: “Affermiamo ancora una volta, con forza e convinzione, che le nostre strade e piazze sono un bene comune che deve essere da tutti condiviso con senso di reciproco rispetto e tolleranza. Nessuno può arrogarsi diritti esclusivi di utilizzo degli spazi o impedire lo svolgimento di attività che in essi vangano svolte in conformità alle regole del vivere civile”. ‘No’, dunque, a “comportamenti volti ad impedire la libertà e la civile convivenza di tutti gli utenti di questa zona, siano essi studenti, residenti o commercianti. Contrasteremo con ogni mezzo lecito e democratico chiunque voglia privarci di questi inalienabili diritti”. E invocano infine “l’attenzione delle istituzioni e dell’amministrazione comunale affinché vengano finalmente ed improrogabilmente messe in atto efficaci misure di tutela della nostra quiete, salute e sicurezza”, concludono i residenti.


Intanto, lì vicino, Otello Ciavatti, portavoce dello storico Comitato Piazza Verdi, rilancia l’allarme sicurezza: parla di uno “stato pietoso”, di “sballo, spaccio, sperpero di risorse pubbliche. Esagerazione delle feste di laurea a base di uova farina e petardi, scambio sfrontato e visibile di sostanze, vendita di bici rubate e di birre senza autorizzazione, sperpero di risorse collettive e culturali si intrecciano quotidianamente con il rumore, lo sfregio ai monumenti e ai diritti di altri cittadini a vivere la città senza eccessi”. Ma soprattutto, aggiunge, “il problema è che non si vede nessuno che agisca a nome dell’amministrazione, della sanità, della mediazione sociale, del controllo. Il rischio è l’assuefazione che deriva dall’impossibilità di esercitare il dovere e il diritto di denuncia”.

LEPORE: ATTO SQUADRISTA CONTRO ALCE NERO

 

Non una semplice contestazione, ma un “gesto di stampo squadrista e intimidatorio“. Così Matteo Lepore, assessore comunale all’Economia, condanna il pranzo polemico di Eat the rich nei confronti di Alce Nero e Berberè in via Petroni. “Solidarietà massima alle lavoratrici e ai lavoratori di Alce Nero e di Berberè da parte mia e dell’Amministrazione comunale tutta. Quanto è successo oggi in via Petroni- sottolinea Lepore- è un fatto grave ma soprattutto da non sottovalutare. La violenza politica e culturale di chi ha compiuto questo gesto è di stampo squadrista e intimidatorio”. E anche se i contestatori “parlano di idee, in realtà, siamo di fronte a gente che di idee e di valori ne hanno davvero pochi se si riducono a certe pagliacciate pur di trovare un nemico contro cui impegnare le proprie giornate”.

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