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Anche in Sardegna la protesta degli agricoltori: “Basta burocrazia”

Blocco a singhiozzo dei tir in uscita dal porto di Cagliari

Pubblicato:30-01-2024 19:51
Ultimo aggiornamento:30-01-2024 19:51
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protesta agricoltori cagliari
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CAGLIARI – Non un blocco totale delle merci- l’eco delle proteste francesi e tedesche è lontano- ma un’interruzione “a singhiozzo” dei camion, perché “la rabbia è legittima, ma bisogna fare le cose con intelligenza”. Chi parla è Roberto Congia, uno dei portavoce del Movimento pastori sardi, alla guida del presidio di lavoratori delle campagne, che da questa mattina in centinaia stanno occupando l’ingresso del porto di Cagliari, accanto al palazzo delle Dogane, sotto lo sguardo vigile di un imponente schieramento di uomini in divisa, Polizia, carabinieri e Polizia municipale.

La protesta è indirizzata principalmente agli uffici di Bruxelles, alle politiche europee che regolano le attività agricole, e contro una “burocrazia che ci sta soffocando”, scandiscono pastori e agricoltori che hanno raggiunto il capoluogo sardo verso le 10, molti alla guida di trattori. I leader del Mps e del Movimento riscatto agricolo hanno optato per una protesta “soft” e goliardica (uno dei trattori parcheggiati al porto trasporta una bara sovrastata da un necrologio del “comparto agricolo”) fermando ogni mezz’ora i tir in arrivo e in uscita dallo scalo cagliaritano, per poi farli proseguire dopo una sosta forzata più o meno lunga. Modalità che non ha però evitato qualche momento di tensione tra autisti e manifestanti: in particolare un camionista, evidentemente stufo di aspettare, si è messo a discutere con la folla accalcata sul tir, minacciando anche di uscire dal mezzo. Provvidenziale l’intervento degli uomini della Digos, che hanno evitato che la situazione degenerasse. Alla fine l’autotrasportatore è sfilato sommerso da fischi e insulti. “Questa protesta nasce dal malcontento che ormai pervade il mondo delle campagne- spiega Congia- dai disagi che viviamo ogni giorno nelle nostre aziende, dalle regole assurde che ci stritolano. E infatti il nostro motto è ‘Basta burocrazia’. Manifestiamo soprattutto per rivendicare la figura dell’agricoltore nella società: siamo produttori di cibo e non gente che inquina, siamo persone che tutti i giorni dedicano tante ore al lavoro nelle campagne, pretendiamo dignità”. A Bruxelles invece “si decide una politica agricola comunitaria che ci dice di non coltivare- sottolinea- che ci tratta da inquinatori, che non ci lascia libertà di impresa. E poi però apre ai cibi sintetici”. Una protesta, rimarca quindi Congia, “che però non c’entra nulla con le elezioni regionali, questo deve essere chiaro. Non permetteremo a nessun politico sardo di cavalcare questa protesta, e di fare campagna elettorale alle nostre spalle. Non ci interessano le strumentalizzazioni”.


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