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In Sudafrica il torneo calcistico delle township, una storia di pace e sviluppo

Sono in corso i Philly's Games, la spettacolare competizione dei quartieri popolari. Mathebula, uno degli organizzatori, ne parla con la Dire

Pubblicato:29-12-2022 19:34
Ultimo aggiornamento:30-12-2022 16:12
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Calcio_Township
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ROMA – Nelle township del Sudafrica, i quartieri popolari delle grandi città creati durante gli anni dell’apartheid per ospitare la popolazione non bianca vittima della segregazione razziale, è in corso un torneo di calcio che è nato come uno strumento di pace fra due comunità in lotta e che ora è diventato volano di sviluppo locale e promozione dei talenti locali. A raccontare alla Dire storia e prospettive dei Philly’s Games, questo il nome della competizione, giunta quest’anno alla 31esima edizione, è Cameron Mathebula, direttore operativo della manifestazione nativo della townhsip di Thembisa, quartiere alle porte di Johannesburg dove tutto è iniziato nel 1992.

LE ORIGINI

“In quel periodo c’erano dei conflitti fra due sezione della nostra zona, e per riuscire a giungere a una pace fra queste due comunità venne organizzata una partita di calcio”, ricostruisce Mathebula citando la prima edizione di quelli che sarebbero stati poi i Philly’s Games: una partita secca fra Bakone e Zamalek, vinta da quest’ultima franchigia. In tre decenni il torneo si è ampliato, diventando una delle manifestazione sportive “off-season” più seguite del Paese. “A oggi abbiamo una lega senior con 24 squadre, che non vengono più solo dalle township, e categorie giovanili fino agli under 17, mentre dal prossimo anno partiremo con una lega femminile”, spiega Mathebula. L’organizzazione dei Philly’s Games rende noto in una scheda che circa 13mila persone assistono ogni giorno alle partite.

In settimana la kermesse, che quest’anno è partita dieci giorni fa e si concluderà martedì, ha varcato i confini del Sudafrica. Sui social è infatti diventato virale un video della partita di ritorno degli ottavi di finale fra Isithembiso e Phanda Phanda in cui i giocatori della prima squadra si sdraiano all’unisono per far segnare il secondo team, ormai certo dell’eliminazione.


Il curioso episodio, in realtà, si può forse spiegare con l’originalità che caratterizza il calcio delle township. Il gioco dei quartieri popolari, che si svolge su campi in terra, è detto anche Kasi football, dalla parola kasi, un termine colloquiale e affettuoso per riferirsi alle zone meno ricche. “A caratterizzare questo stile- spiega Mathebula- è l’impiego di molti trucchi e abilità particolari; a volte sembra che i giocatori danzino invece di giocare”. Dal kasi football è poi nato “il ‘kasi flavour‘, quell’inconfondibile ‘marchio kasi’ che caratterizza il nostro modo fare calcio”, aggiunge il direttore.

LE PROSPETTIVE DEL ‘KASI FLAVOUR’

Mathebula, che è anche un ex giocatore delle giovanili dei Kaiser Chiefs, una della squadre più titolate del Paese, guarda al potenziale di questo stile, al di là del folklore. “Ogni anno il torneo acquista maggiore visibilità, giocatori usciti da questa manifestazione sono approdati a squadre di club nazionali e anche internazionali mentre star del calcio locale approfittano del periodo di pausa dalla stagione regolare per prendere parte alla manifestazione”, riferisce il dirigente. “Le possibilità di far crescere il nostro gioco aumentano: la prospettiva ideale sarebbe quella di unire il nostro stile creativo alle tecniche più moderne, così da promuovere nel mondo una modalità tutta sudafricana di intendere il calcio”.

IL CONTRIBUTO PER LE COMUNITÀ

L’orizzonte è vasto quindi, ma al centro dell’iniziativa, resta il legame e il contributo verso le comunità. “I Philly’s Games servono a tante cose- afferma Mathebula-: tengono i ragazzi lontani dalle strade e dalle violenze, permettono ad attività locali di vendere loro prodotti, alle famiglie di stare insieme”. Fra le attività promosse nell’ambito del torneo, anche la consegna di regali o le donazioni di fondi a persone senza tetto, comunità per persone affette da Hiv e scuole.

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