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Troppo lavoro: in Giappone azienda condannata per la morte di un dipendente

L'uomo è deceduto nel 2016. Il tribunale ha ricostruito che ad essergli fatale è stato l'eccessivo carico impostogli dall'azienda

Pubblicato:29-09-2023 10:53
Ultimo aggiornamento:29-09-2023 10:53
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ROMA – L’Alta Corte di Fukuoka, ribaltando la sentenza di assoluzione pronunciata precedentemente dal tribunale del lavoro, ha stabilito che la morte di un dipendente 47enne del colosso tecnologico giapponese NEC Corp., avvenuta a causa di un’emorragia cerebrale nel marzo 2016 quando era direttore della sede di Okayama, è stata causata da “superlavoro”, ovvero un regime di stress psicofisico dovuto a orari prolungati ed estenuanti imposti dall’azienda.

In linea con quanto disposto dalle vigenti norme per il riconoscimento delle indennità, la malattia è riconosciuta come causata dal lavoro eccessivo quando la media delle ore di straordinario nei sei mesi precedenti la sua insorgenza ha superato le 80 ore mensili.

Ricalcolando gli orari di lavoro, l’Alta Corte ha stabilito come l’uomo, lavorando in media 81 ore di straordinario al mese, sia stato vittima di un nesso causale tra l’insorgenza della malattia e il lavoro”, accogliendo al contempo la richiesta di risarcimento danni presentata dai familiari ai danni dell’azienda.


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