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La denuncia di una azienda di pellet lucana: “Aumenti del 400% in bolletta”

L'appello della Meridiana Legnami ai partiti e ai politici impegnati nella campagna elettorale: "Aiutateci a non fermare la produzione"

Pubblicato:29-08-2022 19:20
Ultimo aggiornamento:29-08-2022 19:20
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POTENZA – “Siamo passati dagli 8mila euro dell’agosto 2021 ai 24mila di giugno fino ai 73mila dell’ultima fattura, aumenti che nostro malgrado saremo costretti a riversare, almeno in parte, sul costo del prodotto finito”. A denunciarlo alla Dire è Maurizio Giancristiano, titolare della Meridiana Legnami di Brienza, azienda nel Potentino impegnata nella produzione di pellet che nel giro di un anno ha visto lievitare la propria bolletta energetica di oltre il 400%.

“Dopo aver provato a ottimizzare la produzione e tutti i capitoli di spesa – spiega Giancristiano – abbiamo dovuto scaricare gli aumenti sul costo dei sacchi di pellet che sono passati da circa 5 euro cadauno a 7,50 euro”. Per l’azienda, che utilizza legname tutto locale o prodotto nelle vicinanze dell’impianto di trasformazione nell’area industriale di Tito Scalo, “mai come in questo momento c’è bisogno di politiche capaci di mettere le aziende in condizione di continuare a lavorare e a non dover fermare la produzione”.

Dallo scorso novembre l’azienda ha realizzato un impianto fotovoltaico sul tetto di circa 300 chilowattora “che ci ha consentito di abbattere la bolletta di 25mila euro altrimenti sarebbero stati oltre 100mila euro – riprende Giancristiano – ma è improponibile continuare a produrre se i costi dell’energia sono destinati a rimanere tali anche nei prossimi mesi”. L’appello della Meridiana Legnami ai partiti e ai politici impegnati nella campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento è di attuare “politiche capaci di compensare il drammatico aumento delle bollette e mantenere intatte la produzione”. “Il rischio – ancora Giancristiano – è un’ulteriore desertificazione del tessuto industriale. Proprio i consumatori di pellet, calcolati in costante aumento, soprattutto tra chi non ha avuto l’accesso alle reti di distribuzione di gas metano, ora rischiano di essere tra i più penalizzati per politiche energetiche contingenti e di lungo periodo”. Un controsenso, specie “nella Basilicata ricca di boschi e di gas”.


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