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Carabiniere ucciso, Gip: “Usato coltello marines da 18 cm, i ragazzi americani sono socialmente pericolosi”

La ricostruzione del Gip dell'omicidio

Pubblicato:29-07-2019 11:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:34

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(Foto d’archivio)

ROMA – “Totale inconsapevolezza del disvalore delle proprie azioni, come apparso evidente anche nel corso degli interrogatori durante cui nessuno dei due ha dimostrato di aver compreso la gravita’ delle conseguenze delle loro condotte, mostrando una immaturita’ eccessiva anche rispetto alla giovane eta’”.

Lo scrive il gip Chiara Gallo nell’ordinanza di custodia cautelare per Elder Finnegan Lee e Gabriel Christian Natale Hjorth, responsabili (a vario titolo) dell’omicidio a Roma del vicebrigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega.


Secondo il gip, le condotte dei due “testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacita’ critica evidenziandone la pericolosita’ sociale”, inoltre sempre per il giudice delle indagini preliminari “emergono il pericolo di fuga e il pericolo di concreto reiterazione dei reati analoghi desumibile dalle modalita’ e circostanza dei fatti”.
“Si tratta- si legge ancora- di due persone stabilmente residenti all’estero, presenti in Italia occasionalmente e sorprese dalla polizia giudiziaria in procinto di lasciare l’albergo subito dopo avere commesso i delitti in contestazione, condotta quest’ultima che non puo’ non ritenersi finalizzata a far perdere le proprie tracce”.

FINNEGAN LEE COSTANTEMENTE MONITORATO IN CARCERE

“Ho trovato il mio assistito sia psicologicamente che fisicamente più rinfrancato rispetto a sabato quando fatto udienza davanti a gip per convalida del fermo”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Codini, legale di Elder Finnegan Lee, accusato di avere ucciso a coltellate il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, lasciando il carcere di Regina Coeli dove ha incontrato il suo assistito. Il 19enne americano, che ha ammesso di essere stato l’autore dell’omicidio con undici coltellate, è stato visitato da un medico ed è costantemente monitorato in carcere.

GIP: COLPITO CON COLTELLO MARINES LAMA 18 CM

L‘arma che ha ucciso a Roma il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega e’ un “coltello a lama fissa lunga 18 centimetri tipo ‘Trench knife’ Ka-bar Camillus con lama brunita modello marines con impugnatura di anelli di cuoio ingrassato e pomolo in metallo brunito”. E’ quanto emerge dalla ricostruzione del giudice per le indagini preliminari, Chiara Gallo, contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare per i due giovani statunitensi ora in carcere.

COLLEGA CERCIELLO A TRASTEVERE UN’ORA PRIMA DELL’OMICIDIO

Il carabiniere Andrea Varriale era a Trastevere un’ora prima del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. “Dall’annotazione del Carabiniere Andrea Varriale emerge che poco tempo prima di ricevere l’incarico di effettuare l’operazione in abiti civili volta al recupero dello zaino rubato a Brugiatelli, alle ore 1.19 era intervenuto in Piazza Mastai su ordine del Maresciallo Sansone Pasquale, effettivo presso il Comando stazione Carabinieri di Roma Piazza Farnese, il quale gli riferiva di trovarsi sul posto unitamente ad altri operanti per la ricerca di un soggetto che si era sottratto all’identificazione dandosi alla fuga dopo aver consegnato ai militari un involucro di colore bianco contenente una compressa di Tachipirina”. La circostanza è riportata nell’ordinanza del gip Chiara Gallo di conferma del fermo e di custodia cautelare in carcere per i due americani responsabili della morte del vicebrigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega. Il militare poi ucciso da un americano reoconfesso, secondo quanto emerge dalle carte, veniva contattato sul proprio cellulare dalla Centrale Operativa del Comando Gruppo Roma alle ore 2.10.

ELDER LO HA ACCOLTELLATO FINO A QUANDO MARIO NON LO HA MOLLATO

“Elder, per sua stessa ammissione, andava all’appuntamento armato di un coltello militare le cui dimensioni e potenzialità offensive lo rendono pacificamente uno strumento atto a cagionare la morte ed ha ammesso di aver continuato a colpire la persona che lo aveva fermato sino a quando non aveva lasciato la presa sul suo corpo e che quando aveva cominciato a colpire l’uomo aveva urlato”. Prosegue il  gip Chiara Gallo. “L’insieme di tali circostanze da un lato escludono che Elder non abbia compreso che i due che tentavano di fermarlo fossero dei poliziotti dall’altro appaiono comunque del tutto incompatibili con i presupposti della legittima difesa posto che ben 8 coltellate al torace (11 i colpi poi confermati dall’autopsia, ndr) sono state sferrate contro un uomo disarmato (‘Mentre mi teneva fermo non ha mai estratto la pistola’) che evidentemente già dopo i primi colpi era in difficoltà in assenza di una vera e propria aggressione e durante il compimento di un’azione delittuosa per la cui riuscita Elder si era premurato di presentarsi armato di coltello”, aggiunge il gip. L’arma è stata poi ritrovata nell’albergo dove alloggiavano Elder Finnegan Lee e Natale Hjorth Gabriel Christian: “Le fasi della perquisizione del sopralluogo eseguito all’interno della stanza- si legge nell’ordinanza- consentivano di rinvenire all’interno del controsoffitto un coltello che da preliminari test e specifici risultava intriso di sostanza rossastra di natura ematica, nonché indumenti indossati da due ragazzi nelle diverse fasi delittuose degli stessi poste in essere”.

CERCIELLO HA URLATO A AGGRESSORE: SIAMO CARABINIERI, BASTA

“Fermati siamo Carabinieri, basta”. È quanto ha urlato il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega durante la colluttazione con Elder Finnegan Lee, l’americano accusato dell’omicidio del carabiniere nella notte tra giovedì e venerdì scorsi nel cuore del quartiere Prati. La circostanza è contenuta nell’ordinanza di conferma del fermo e di custodia cautelare in carcere, del gip Chiara Gallo, indirizzata ai due americani responsabili della morte del vicebrigadiere. A parlare, in particolare, è Andrea Varriale, il carabiniere che era con Rega la notte dell’omicidio.

“MI HANNO ACCOLTELLATO” LE ULTIME PAROLE DI CERCIELLO

“Prima di accasciarsi ha detto ‘Mi hanno accoltellato'”. Sono le parole del carabiniere Andrea Varriale, che si trovava insieme a Mario Cerciello Rega la notte in cui è stato accoltellato, riportate nell’ordinanza del gip.

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