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Regione Emilia-Romagna contro Amazon: “Vicenda inaccettabile”

Oggi durante l'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna i è parlato del caso Amazon

Pubblicato:28-11-2017 11:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:56

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BOLOGNA – Condizioni di lavoro “inaccettabili”. Su Amazon piomba anche la censura della Regione Emilia-Romagna, che per bocca dell’assessore regionale al Lavoro Patrizio Bianchi esprime solidarietà ai lavoratori che venerdì scorso a Piacenza hanno dato vita a uno sciopero contro il colosso americano.

“E’ una vertenza con un valore simbolico molto alto- afferma Bianchi oggi in Assemblea legislativa, in risposta all’interrogazione del capogruppo di Sinistra italiana, Igor Taruffi– una vicenda che rischia di diventare iconica della nuova produzione”. Amazon, sottolinea l’assessore, “è un’azienda che presenta il massimo dell’innovazione ma allo stesso tempo condizioni di lavoro al limite della sopportazione”, che tutti i sindacati hanno deprecato.

“Personalmente lo ritengo veramente inaccettabile- afferma Bianchi- non è possibile accoppiare in questo modo alta tecnologia e basse condizioni di lavoro. Rinnovo l’attenzione e la solidarietà mie e di tutta la Giunta ai lavoratori di Amazon”. L’assessore precisa però che la Regione “non ha poteri ispettivi diretti“, anche se con Inail e Ispettorato del lavoro è in vigore un accordo per incrementare le verifiche nelle aziende. “Per noi la tutela del lavoro è al centro dell’attenzione- continua l’assessore- per questo abbiamo chiesto al Governo, nell’ambito della trattativa sull’autonomia, maggiori poteri ispettivi”.


La presa di posizione di Bianchi raccoglie il plauso di Taruffi, che non rinuncia però a pungere il Pd. “Le parole dell’assessore sono molto diverse da quelle di Renzi- sottolinea il capogruppo Si- che prima ha detto di non conoscere la vertenza e poi di non voler entrare nel merito delle condizioni dei lavoratori di Amazon. Questo è il problema della politica italiana ed è anche la ragione per cui a livello nazionale maturano anche scelte politiche differenti. Bisogna dire da che parte si sta e Renzi non sta dalla parte dei lavoratori“, attacca Taruffi.

di Andrea Sangermano, giornalista professionista

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