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Trovata morta l’orsa F36, il corpo dell’animale scoperto in Val Bondone

A darne notizia è stata la provincia di Trento che ne aveva disposto l'abbattimento poche settimane fa, poi sospeso dal Tar

Pubblicato:28-09-2023 13:22
Ultimo aggiornamento:28-09-2023 15:41
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uccisa orsa F36
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ROMA – Dopo l’uccisione dell’orsa Amarena in Abruzzo, un’altra orsa è stata uccisa, questa volta in Trentino. Si tratta di F36, questo il nome dell’animale, trovata morta a Sella Giudicarie, in val Bondone. A darne notizia è stata la provincia di Trento che ne aveva disposto l’abbattimento poche settimane fa, poi sospeso dal Tar. A disporre in seguito, la sua cattura, è stato il presidente della Regione Fugatti dopo che dalle analisi genetiche è emerso che l’animale era responsabile di due attacchi verso l’uomo: il primo avvenuto il 30 luglio sopra Roncone e il secondo avvenuto il 6 agosto in zona Dos del Gal.

“Nella serata di ieri, mercoledì 27 settembre l’orsa F36 è stata rinvenuta morta in val Bondone, nel comune di Sella Giudicarie”, ha scritto la Provincia di Trento. “L’accertamento é stato effettuato dagli uomini del Corpo Forestale Trentino che si sono mossi in seguito all’attivazione del sensore di mortalità di cui é dotato il radiocollare dell’orsa. Il recupero della carcassa si é svolto nella mattinata di oggi in considerazione delle caratteristiche accidentate del punto di ritrovo. Come di prassi la carcassa è stata consegnata all’Istituto Zooprofilattico per gli accertamenti del caso. Da un primo esame esterno della carcassa non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte“.

UCCISA F36, ENPA: FATTO DI INAUDITA GRAVITÀ, TEMIAMO ATTO BRACCONAGGIO

“Un fatto di una gravità inaudita che ripugna e colpisce le coscienze di tutti gli italiani e che, se dovesse essere confermata l’ipotesi del bracconaggio, ha una sola responsabile: la politica faunicida di Maurizio Fugatti”. Lo dichiara la presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi: “Dopo M62, F36 è il secondo orso condannato a morte dalla PAT che viene trovato privo di vita. Aspettiamo che la magistratura faccia le dovute indagini, tuttavia riesce difficile, molto difficile, pensare a un incidente”.


Proprio per fare chiarezza su questa terribile vicenda l’ufficio legale Enpa sta predisponendo una denuncia per uccisione di animali che verrà presentata nelle prossime ore. Intanto l’associazione animalista esprime la più viva preoccupazione per l’incolumità del cucciolo di F36 che potrebbe non sopravvivere senza le dovute cure materne. “Mi appello al senso di responsabilità di tutti, politici, allevatori, agricoltori e associazioni di categoria: si abbassino i toni e si ponga fine alla guerra contro gli orsi, i lupi e tutti gli animali selvatici. La situazione sta fuggendo di mano– conclude Rocchi- in Italia rischiamo un vero irreparabile biocidio”.

BRAMBILLA: DOPO RITROVAMENTO CARCASSA F36 DENUNCIAMO, RISCHIO BRACCONAGGIO

“È la seconda volta, dopo M62, che viene ritrovata la carcassa di un orso nel mirino della Provincia di Trento. Ieri è toccato all’orsa F36. E non sappiamo che fine abbia fatto il suo cucciolo. Occorre fare immediatamente chiarezza: perciò presentiamo denuncia alla Procura di Trento”. Lo dice l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, commentando la notizia del ritrovamento della carcassa dell’orsa F36, recentemente condannata a morte dal presidente della Provincia Fugatti: il TAR di Trento ne aveva bloccato l’abbattimento.
“Nel clima di odio e paura alimentato dall’amministrazione provinciale – spiega l’on. Brambilla – il rischio di atti di bracconaggio è elevatissimo. Peraltro non si è saputo più nulla della causa della morte di M62 e di altri orsi di cui sono stati ritrovati i resti quest’estate. Non dimentichiamo che l’orsa era dotata di radiocollare, quindi facilmente individuabile, e che aveva un cucciolo non ancora in grado di sopravvivere autonomamente. Non smetteremo mai di combattere contro questa folle gestione del rapporto tra uomini ed orsi, finché la prospettiva non sarà quella di una serena convivenza, anche in Trentino”.

UCCISA F36, WWF: DENUNCEREMO IL FATTO ALLA PROCURA

La notizia della morte dell’orsa F36, la cui carcassa è stata rinvenuta nella serata di ieri, 27 settembre, nel comune di Sella Giudicarie in provincia di Trento, “addolora tutti coloro che hanno a cuore la natura italiana e una specie prioritaria come l’orso bruno”. Il WWF Italia ha fatto “tutto il possibile per salvare quest’orsa dalla condanna a morte pronunciata contro di lei da parte del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, ricorrendo al TAR Trento e ottenendo la sospensione del decreto della Provincia. Ma non è bastato”. Ora, scrive l’associazione in una nota, “chiediamo che siano svolte analisi accurate per accertare le cause del decesso e che, nel caso si attesti che la morte sia stata provocata da atti illegali, si svolgano indagini accurate e si accertino eventuali responsabilità”.

Il WWF Italia presenterà un esposto, richiederà l’immediato accesso ai referti delle analisi necroscopiche e la nomina di un consulente di parte affinché sia garantita la trasparenza. “Quel che è certo è che il clima di allarme e odio che parte del mondo politico e di quello venatorio (che in molti casi ormai coincidono totalmente) stanno creando, non aiuta a raggiungere una pacifica coesistenza tra fauna e uomo e a migliorare il livello di accettazione sociale dei grandi carnivori da parte delle comunità locali”, denuncia il WWF. Alle autorità competenti “chiediamo ora un impegno straordinario per tutelare il cucciolo di F36 che, come i cuccioli di Amarena rimasti orfani per un atto di bracconaggio che ha causato la morte della loro madre in Abruzzo, si trova ad affrontare i delicati mesi che precedono l’ibernazione senza la fondamentale protezione della madre”, conclude l’associazione.

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