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Trentino, Fugatti vuole abbattere l’orsa F36: Enpa, Leidaa e Oipa impugnano l’ordinanza

"Ci appelliamo ai forestali, intervenga Salvini"

Pubblicato:09-09-2023 14:37
Ultimo aggiornamento:10-09-2023 17:18
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ROMA –  Enpa, Leidaa e Oipa, rappresentate dall’avvocato Valentina Stefutti, hanno impugnato dinanzi al TAR di Trento l’ennesima ordinanza “ammazza orsi” del presidente della PAT, Maurizio Fugatti, stavolta contro l’orsa F36. Da parte sua, L’Ente Nazionale Protezione Animali dichiara: Dopo JJ4, MJ5 ed M62 (trovato morto in circostanza non ancora chiarite), stavolta la vittima designata del grottesco accanimento di Fugatti contro i grandi carnivori è F36, un’altra mamma-orsa.

“Con questo ennesimo provvedimento faunicida, un vero insulto alla memoria di Amarena, il presidente della PAT ha passato il segno. E’ sempre più evidente che le decisioni di Fugatti hanno solo ed esclusivamente un fine persecutorio nei confronti di orsi, lupi e di qualsiasi altro animale che gli risulti inviso”.

Un fine che, nel caso di F36 risulta essere ancora più evidente. Infatti, nello scorso mese di luglio mamma orsa e il suo cucciolo sono stati molestati da due cacciatori: l’orsa, che si trovava in alta quota e che stava dormendo tranquillamente con il piccolo, ha quindi reagito per difenderlo – un comportamento naturale per qualsiasi essere vivente, uomo compreso – e per allontanare i due uomini, uno dei quali nella fuga è caduto. L’ordinanza di uccisione, dunque, è immotivata, sproporzionata, insensata e crudele.


“Quella di Fugatti per gli orsi è una vera ossessione. In tale situazione auspichiamo che il leader della Lega, Matteo Salvini, che si mostra tanto attento alla tutela degli animali, intervenga sul suo compagno di partito per riportarlo alla ragione. Comunque il presidente della PAT può essere certo che ogni suo ulteriore provvedimento sarà impugnato in tutte le sedi opportune”.

In attesa che il TAR di Trento si esprima sul ricorso urgente di Enpa, Leidaa e Oipa, la condanna a morte di F36, radiocollarata e quindi rintracciabile, è già esecutiva. Per questo Enpa si appella ai Forestali del Trentino, affinché seguano la loro coscienza e risparmino la vita a un animale che ha avuto la sola “colpa” di essere molestato.

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