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Ucraina, nuovi negoziati in Turchia. Nuova telefonata tra Zelensky e Draghi

"Siamo pronti per le garanzie di sicurezza, per la neutralità e pure per lo status non-nucleare del nostro Paese", aveva detto ieri Zelensky

Pubblicato:28-03-2022 09:57
Ultimo aggiornamento:29-03-2022 09:42
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Di Vincenzo Giardina, Diego Giorgi e Alfonso Raimo

ROMA – Nessuna svolta in vista ai negoziati tra Russia e Ucraina al via domani a Istanbul: lo ha detto un consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, giunto in Turchia, all’indomani di dichiarazioni rilasciate dal presidente Volodymyr Zelensky su neutralità e integrità territoriale. “Non credo che ci saranno svolte sulle questioni chiave” ha detto il dirigente Vadym Denysenko, citato dalla stampa ucraina e internazionale.

Ieri Zelensky ha continuato a insistere sull’integrità territoriale del suo Paese come condizione indispensabile dei negoziati dopo che poche ore prima si era detto disposto a un compromesso sulle regioni orientali del Donbass, sotto il controllo di forze russe o filo-russe. “Le nostre priorità nelle trattative sono chiare” ha detto il presidente. “La sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina sono fuori di qualsiasi dubbio; e per il nostro Stato sono indispensabili garanzie di sicurezza effettive”.


Sempre ieri, in un’intervista al portale russo di opposizione Meduza, Zelensky aveva utilizzato toni differenti. “Siamo pronti per le garanzie di sicurezza, per la neutralità e pure per lo status non-nucleare del nostro Paese” aveva detto il presidente. “Questo è il punto più importante, il primo e principale per la Federazione russa, per quanto ricordo”. Poi, parlando in russo, Zelensky aveva aggiunto: “Capisco che è impossibile costringere la Russia a ritirarsi dal territorio ucraino completamente. Questo porterebbe alla Terza guerra mondiale. Lo capisco e per questo parlo di un compromesso. Torniamo a dove tutto è cominciato e cerchiamo di risolvere la questione del Donbass“. Il presidente aveva concluso sostenendo che ogni accordo dovrebbe essere garantito da una parte terza e sottoposto a referendum.

IL PARLAMENTARE UCRAINO NATALUKHA: “NON CREDO SOLUZIONE IN TEMPI BREVI”

“La situazione qui a Kiev è sotto controllo, ormai siamo preparati a tutti gli scenari possibili. Di tanto in tanto sentiamo questi allarmi ma la situazione è sotto controllo. Stiamo resistendo perché capiamo che questa è una guerra per la sopravvivenza non solo dell’Ucraina ma del mondo e dei valori occidentali, non si tratta solo del nostro Paese”. Lo dice a Rai Radio1, ospite della trasmissione ‘Radio1 in vivavoce’, Dmytro Natalukha, presidente della commissione Affari economici del Parlamento ucraino e consigliere del ministro della Difesa. Domani riprenderanno i negoziati per arrivare alla pace.

“Non credo che si arriverà ad una soluzione in tempi brevi, per me è difficile parlare di qualche soluzione quando ci sono tante perdite, bambini e civili. Non credo che si arriverà ad una soluzione diplomatica a breve”. E quindi lei quale evoluzione immagina? “Un cambio di potere in Russia – ha detto il parlamentare a Rai Radio1 In vivavoce -, questa mi pare l’unica soluzione possibile”. Un ‘golpe’ nei confronti di Putin? “Esattamente, sì”. Che appello si sente di lanciare ai paesi occidentali? “Dico grazie per tutto il sostegno e l’aiuto ma abbiamo bisogno di più armi e più sanzioni”. 

COLLOQUIO DRAGHI-ZELENSKY, FERMO SOSTEGNO ITALIA

Il Presidente del Consiglio ha avuto oggi pomeriggio una nuova conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Il Presidente Draghi ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano alle autorità e al popolo ucraini e la piena disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina.

ZELENSKY A DRAGHI: BOMBE RUSSE ANCHE SU SCUOLE, BIMBI TRA VITTIME

Al centro del colloquo tra il presidente del consiglio Mario Draghi e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vi sono stati gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e della crisi umanitaria in atto. Il Presidente Zelensky ha lamentato il blocco da parte russa dei corridoi umanitari e la prosecuzione dell’assedio e dei bombardamenti delle città, comprese le scuole, con conseguenti perdite civili, tra cui anche bambini.

IN VIDEO SPARI A PRIGIONIERI, KIEV PROMETTE INCHIESTA

Un’inchiesta sarà condotta “immediatamente” dal governo dell’Ucraina dopo la diffusione sui social network di video che mostrerebbero violenze compiute a danno di militari russi dopo la loro cattura da parte di soldati ucraini.

In uno dei filmati compaiono tre uomini in uniforme con le mani legate. Mentre sono a terra, un militare che imbraccia un fucile spara alle gambe dei prigionieri e li colpisce uno per volta. A promettere un’inchiesta, sottolineando l’impegno di Kiev a rispettare la Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra, è stato il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych.

Il capo di Stato maggiore dell’esercito ucraino, Valerii Zaluzhnyi, aveva definito ieri i video “una messinscena” per sostenere l’idea di “comportamenti inumani” da parte dei suoi soldati. Sempre ieri era intervenuto Aleksandr Bastrykin, presidente del Comitato investigativo della Federazione russa. Secondo il dirigente, i video mostrano “prigionieri trattati con crudeltà estrema da nazionalisti ucraini”. In un comunicato Bastrykin aveva denunciato che ai soldati non sarebbe stata prestata alcuna assistenza medica. Il dirigente aveva aggiunto che, stando alle informazioni disponibili, gli abusi si sarebbero verificati in una base di “nazionalisti ucraini” nella regione di Kharkiv, prossima al confine con la Russia.

AMNESTY: “C’È SPREGIO DELLA CONVENZIONE SUI PRIGIONIERI”

“Con i nostri team da remoto stiamo esaminando immagini e filmati che arrivano sulla guerra Russia-Ucraina su presunte violenze sui prigionieri di guerra. Non è chiaro se siano iniziative individuali, ma restano scene inaccettabili. Stiamo conducendo ricerche anche riguardo a voci su presunte violenze sessuali nel conflitto”. Così ha dichiarato il portavoce di Amnesty Internstional, Riccardo Noury, interpellato a margine di un evento a Roma riguardo a video che circolano in rete che mostrerebbero violenze da parte dei militari ucraini sui soldati russi, e che hanno spinto l’esecutivo di Kiev a preannunciare un’inchiesta per fare luce su eventuali responsabilità.

Nell’ambito del conflitto, continua Noury, “come già dichiarato più volte registriamo uno spregio del trattamento dei prigionieri di guerra e quindi la violazione delle norme della Convenzione di Ginevra, che tutela i prigionieri da torture, abusi ma anche dall’esposizione alla pubblica curiosità”.

Più in generale, osserva Noury in conclusione, “il mondo segue una crisi alla volta e lo stesso si rivela da parte dei media. Raccontare il resto diventa difficile. Ora la guerra tra Ucraina e Russa è al primo posto e oscura il resto. Solo pochi giorni fa è passato nel silenzio il settimo anniversario della guerra in Yemen, quando l’Arabia Saudita avviò l’offensiva”, nell’ambito di una coalizione militare internazionale contro i ribelli houthi.

KLITSCHKO (SINDACO KIEV): “DIVERSE CITTÀ ORMAI DISTRUTTE, NON ESISTONO PIÙ”

In Ucraina stanno morendo “migliaia di persone e un grande numero di civili. Gli avvenimenti tragici hanno cancellato dalla faccia della terra parecchie città. Mariupol, nella quale viveva oltre un milione di persone, non esiste più. Il sindaco mi ha detto che oltre l’80% degli edifici è stato distrutto. A Kharkiv oltre 1.500 edifici sono stati distrutti e il sindaco di Chernihiv mi ha confermato che la metà della città è stata distrutta. Anche le città intorno Kiev, come Gostomel, Irpin e Borodjanka sono state distrutte: non esistono più”. Lo racconta il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, in un video collegamento con il Consiglio comunale di Firenze.

“DA PUTIN E LA SUA PROPAGANDA GRANDI BUGIE”

“Sappiamo bene quanto la politica estera russa sia aggressiva, che i piani e i progetti russi non si fermeranno all’Ucraina”. L’obiettivo “è la ricostituzione del vecchio impero russo e può riguardare anche altri Stati, come Polonia, Repubblica Ceca e l’Ungheria. E questo è quello che viene sostenuto anche dai rappresentanti dei Paesi baltici”, ricorda il primo cittadino della capitale ucraina. “Questa guerra non ha un senso, tuttavia ho il compito di spiegarne le cause. È molto importante capire perché tutto questo è successo. Già nel 2014 abbiamo manifestato il desiderio di far parte del grande progetto europeo, e nella nostra costituzione abbiamo inserito un punto” in tal senso. Tuttavia questa strada, secondo Klitschko, cozza “con il disegno imperiale ed espansionistico di Putin, la cui propaganda sta funzionando con molta efficienza. I russi, infatti, sanno bene che le armi più importanti non sono i carri armati o i missili, ma la propaganda. La stessa che può colpire anche l’Italia”.

Le accuse mosse da Putin sul nazismo ucraino, quindi, sono “una grande bugia. Diffondono notizie secondo cui noi odiamo i russi. Ma posso confermare una cosa, io che sono il sindaco di una della città più grandi dell’Europa occidentale e che sono per metà russo, perché mia madre era russa: come posso odiare mia madre? Non abbiamo nulla contro i russi, ma contro la loro politica aggressiva”.

“STIMIAMO DECINE DI MIGLIAIA DI MORTI”

“Non abbiamo il numero esatto delle persone che hanno perso la vita, perché non possiamo raggiungere determinati luoghi delle città” assediate e bombardate, aggiunge Klitschko. “Secondo le ultime stime si tratta di decine di persone o addirittura di decine di migliaia”. E qui le immagini descritte dal primo cittadino diventano crude e scioccanti: “Per le strade ci sono cadaveri”. Ed “è terribile quando incontriamo un bambino e ci sentiamo chiedere, ‘dov’è la mamma o il papà?’, perché non ha ancora preso la consapevolezza del fatto che i suoi genitori sono morti. Ed è terribile vedere i cadaveri delle persone che bruciano sotto gli edifici distrutti”.

“STOPPARE ACCORDI ECONOMICI CON MOSCA”

Klitschko, nel corso del videocollegamento con il Consiglio comunale di Firenze, ha anche lanciato un appello ai politici italiani: “È necessario che interrompiate gli accordi economici e commerciali con le compagnie e le aziende russe. I soldi che arrivano grazie a questi accordi non vengono investiti nell’economia del Paese, ma negli armamenti. Posso confermare che ogni euro, ogni centesimo che arriva dall’Unione europea sono macchiati di sangue”.

“Tutte le sanzioni adottate rappresentano uno strumento molto efficace. Hanno come obiettivo quello di spingere la popolazione russa a far cambiare la politica del loro Paese”. Oggi, prosegue, “non sappiamo esattamente quanto durerà la guerra. Questo dipende da Putin. Il popolo russo, però, deve dire no alla guerra, deve fermarla nonostante non abbia più accesso a media e informazioni. Ed è in questa direzione che dobbiamo continuare a cooperare e collaborare insieme. Purtroppo, in questo momento, non vedo altre vie d’uscita”. Anche perché “secondo la Russia dobbiamo trovare un compromesso. Cedere cioè una parte dell’Ucraina, ma per me questo è inaccettabile. Per questo non ci rimane altro che difendere la nostra patria”.

“DISTRUTTO IL MITO DELL’INVINCIBILE ESERCITO RUSSO”

“Questa tragedia riguarda 40 milioni di ucraini che desiderano soltanto la pace. Ma noi ucraini abbiamo distrutto il mito dell’invincibile esercito russo”, rivendica il sindaco di Kiev. “Stiamo resistendo all’aggressione di uno degli eserciti più forti del mondo, riuscendo a fargli cambiare obiettivo. E questo sta succedendo perché quello russo è un esercito fatto di mercenari. Noi, invece, stiamo lottando per difendere le nostre famiglie, i nostri figli, le nostre abitazioni. E lo spirito, la forza con cui combattiamo è molto più forte di quello dei mercenari”.

In questo senso, assicura Klitschko, “non ci inginocchieremo mai, non ritorneremo mai sotto una dittatura. Non vogliamo vivere in un Paese senza diritti”. Così, “a chi sostiene che questa guerra è troppo lontana, dico che l’Ucraina è uno dei Paesi più grande d’Europa. La nostra destabilizzazione può causare destabilizzazioni in tutti i Paesi della regione”, conclude il primo cittadino della capitale ucraina.

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