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Truffa agli anziani, 15 arresti tra Napoli, Potenza e Terni

L'indagine, avviata nel novembre 2018 e denominata Gerione, ha consentito sia di documentare la riconducibilità agli indagati di 42 episodi criminali

Pubblicato:26-11-2020 11:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:39
Autore:

carabinieri
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NAPOLI – Sono già note alle forze dell’ordine e tutte di origine campana, di età compresa tra i 22 e i 58 anni, le 15 persone destinatarie di altrettante misure cautelari (delle quali 10 in carcere e 5 sottoposte all’obbligo di dimora) emesse dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura di Imperia ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata a perpetrare truffe in danno di persone anziane. Gli arresti sono avvenuti a Napoli, Potenza e Terni. I reati sono stati commessi in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. In particolare, l’inchiesta ha comprovato l’esistenza di cinque distinte batterie, tra loro collegate in ragione della conoscenza dei luoghi da colpire da parte degli affiliati. L’indagine, avviata nel novembre 2018 e denominata Gerione, ha consentito sia di documentare la riconducibilità agli indagati di 42 episodi criminali (dei quali 2 consumati e 5 tentati nella provincia di Imperia), il cui danno complessivo è stato pari a circa 30mila euro, sia di definire i ruoli dei singoli adepti dell’organizzazione criminale.

SOLDI E ORO PER RISCATTARE PARENTI COLPEVOLI

Per truffare la vittima alcuni sodali, dopo averla contattata al telefono qualificandosi come appartenenti alle forze dell’ordine o avvocati, riferivano che un prossimo congiunto aveva provocato un incidente stradale senza essere coperto dall’assicurazione. Pertanto, con insistenza ed approfittando di uno stato di tensione e soggezione procurata, chiedevano una cauzione in denaro o preziosi per poter “liberare” il parente. Ricevuto l’assenso, il complice o i complici in attesa in strada, ricevuto il via libera da chi aveva telefonato, si presentavano come “emissari” per ritirare denaro o oggetti di valore. I “bersagli” erano scelti in ragione della posizione dei complici già presenti sul territorio, avendo individuato la persona emotivamente più fragile, la cui abitazione fosse in periferia, lontano dalle principali vie di comunicazione e da presidi delle Forze dell’ordine, ma vicino a stazioni ferroviarie o di autobus per agevolare la fuga degli emissari. Nella maggior parte dei 42 casi i truffatori non sono riusciti ad aggirare la vittima perché non aveva figli o nipoti o perché insospettita dalla richiesta di oro e preziosi insieme al denaro. Nel corso dell’attività investigativa, tra novembre 2018 e maggio 2019, su indicazioni dell’Arma di Imperia sono state arrestate in flagranza di reato altre 5 persone – due ad Aosta e le restanti ad Albenga (Savona), Mestre (Venezia) e Milano – trovate in possesso complessivamente di circa 1,2 chili di monili in oro e preziosi vari, sottoposti a sequestro e successivamente restituiti ai legittimi proprietari. 


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