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Sfilata di politici e cittadini alla camera ardente di Giorgio Napolitano

I funerali con rito laico sono previsti a Montecitorio domani alle 11.30, con diretta su Rai Uno. Sarà la prima volta nella storia per la Camera dei Deputati

Pubblicato:25-09-2023 13:39
Ultimo aggiornamento:26-09-2023 10:57

camera ardente napolitano
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ROMA – Non c’è stato solo il mondo della politica a rendere omaggio oggi in Senato alla salma di Giorgio Napolitano, l’ex presidente della Repubblica scomparso venerdì.

Nel secondo giorno della camera ardente allestita in sala Nassirya, ventiquattr’ore dopo la visita di papa Francesco, sfilano in molti. Politici e non. Fuori dalla sala sono predisposti due libri dove gli intervenuti possono lasciare qualche riga in ricordo del defunto. Sullo sfondo le corone di fiori dei comuni di Roma e Napoli, della Regione Campania e del partito Democratico, e un vasto tappeto di cronisti, microfoni, telefonini e telecamere.

Tra i primi ad arrivare è Massimo D’Alema. “Una grande personalità – dice di Napolitano – a volte un maestro severo e a volte uomo di slanci affettuosi. Una grandissima personalità che ha rappresentato nella forma più alta il senso dello Stato e l’amore per la democrazia nel nostro Paese che è stato un tratto e una caratteristica del comunismo italiano”. Sul libro delle commemorazioni, l’ex premier scrive: “Una lunga vita di impegno e battaglie comuni, ciao Giorgio”.


Poi è la volta di Antonio Tajani, il segretario Forza Italia lo ricorda negli anni nel Parlamento europeo. “Facemmo un grande lavoro insieme e ci confrontammo tante volte – racconta – c’era grande e comune rispetto seppur su fronti politici differenti”. Visibilmente commossa la dem Valeria Fedeli. “È stato un grande politico, un uomo straordinario, un uomo delle istituzioni e un sincero democratico”. Mentre il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, lo rammenta come “un grande europeista. Anche nei momenti più difficili ha ricordato a tutti l’importanza delle istituzioni europee”.

Chi si ferma davanti ai taccuini è l’ex segretario Cgil, Sergio Cofferati. “Fece cose straordinarie per l’Italia e per l’Europa – sottolinea – ha sempre difeso le sue idee senza mai farle diventare un ostacolo anche per la soluzione di problemi complessi”.

Tra i presenti anche rappresentanti del mondo della cultura come il regista Giuseppe Tornatore, gli attori Giovanni Ralli e Giulio Scarpati. Ma anche il giudice costituzionale Filippo Patroni Griffi e il presidente dell’Accademia dei lincei Roberto Antonelli. Quindi i tre presidenti emeriti della Corte Costituzionale: Marta Cartabia, Giovanni Maria Flick, Franco Gallo.

Arrivano poi anche gli ex ministri Fabrizio Barca e Livia Turco, gli ex senatori Loredana De Petris e Paolo Cento. Poche parole con la stampa, tutte di grande dolore e stima. Quindi è la volta della delegazione di Azione guidata da Carlo Calenda, accompagnato da Mariastella Gelmini e Matteo Richetti. Infine Luigi Di Maio che non si ferma davanti le telecamera ma lascia un messaggio sul libro delle firme.

Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, successore di Napolitano che ricoprì lo stesso ruolo dal 1996 al 1998, l’ex presidente ebbe sui migranti “una grande intuizione, capì che il fenomeno andava affrontato a livello europeo. Il suo insegnamento rimane ancora oggi un punto di riferimento”.

Presente anche una delegazione di Alleanza Verdi Sinistra, con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, mentre hanno reso l’ultimo saluto a Napolitano diversi ministri del governo Meloni: Maria Elisabetta Alberti Casellati, Gilberto Pichetto Fratin, Giancarlo Giorgetti, Raffaele Fitto. E il presidente Coni, Giovanni Malagò.

Queste le parole con cui il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha voluto salutare Giorgio Napolitano, scrivendo un messaggio nel libro delle commemorazioni appena fuori la camera ardente allestita in Senato per omaggiare il presidente emerito, alludendo alla sua nomina nel 2013 tra i dieci saggi del Comitato strategico del Fondo strategico italiano: “Caro Giorgio, mi hai insegnato tante cose, magari anche un po’ di ‘stile’ e mi hai lasciato un marchio sicuramente immeritato di ‘saggio'”.

“Ci siamo incrociati per una vita. Mi resta il suo europeismo convinto e determinato anche all’interno del suo partito”, ha ricordato Emma Bonino, giunta in Senato accompagnata da Della Vedova e Magi.

emma bonino della vedova magi camera ardente napolitano

“Ho un ricordo di grande affetto e collaborazione. È la dimostrazione che ai nostri tempi c’era grande umanità e si sapeva collaborare. Credo che questo sia il messaggio che dobbiamo lasciare alle nuove generazioni. Mi aiutò nel mio primo viaggio negli Stati Uniti da segretario Pci e nella ripresa dei contatti coi grandi leader europei”, ha detto Achille Occhetto, lasciando la camera ardente per omaggiare Giorgio Napolitano.

È stato un uomo colto, autorevole, carismatico, determinato. Gli volevo un gran bene, è stato un maestro di politica, determinazione e senso dello Stato per intere generazioni”: sono queste le parole di Dario Franceschini, senatore Pd, lasciando la camera ardente per Giorgio Napolitano.

FUNERALI, LA PRIMA VOLTA A MONTECITORIO

Domani i funerali con rito laico sono previsti a Montecitorio alle 11.30, con diretta su Rai Uno. Sarà la prima volta nella storia per la Camera dei Deputati, mai prima aveva ospitato delle esequie. Per seguire l’evento saranno predisposti maxischermi all’esterno della Camera. In passato per due volte si sono celebrati dei funerali in piazza Montecitorio. Nel 1999 per Nilde Iotti e nel 2015 per Pietro Ingrao. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà nell’emiciclo, alle esequie – ha fatto sapere l’Eliseo – parteciperà anche il presidente francese Emmanuel Macron. Il cerimoniale sarà in capo a Palazzo Chigi, i funerali si concluderanno attorno alle 13.

Il feretro sarà trasportato dal Senato a Montecitorio in una stanza adibita da camera ardente accanto al Transatlantico. Al momento la cerimonia in Aula prevede gli interventi del figlio Giulio, di una nipote, del cardinal Ravasi, di Gianni Letta, Giuliano Amato, Paolo Gentiloni e Anna Finocchiaro.

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