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Dall’impegno delle imprenditrici arriva ‘Futuro Sicuro’, il progetto  di Confcommercio Roma contro la violenza sulle donne

Il progetto 'Futuro Sicuro' verrà presentato domani alla Camera di Commercio di Roma

Pubblicato:24-10-2023 15:03
Ultimo aggiornamento:24-10-2023 15:14
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IMPRENDITRICI
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ROMA – Imprenditoria e lotta alla violenza contro le donne, in tutte le sue forme. Sono mondi apparentemente distanti e contrapposti per chi è abituato ad associare la violenza domestica a contesti degradati, a situazioni economiche precarie, a qualcosa da cui la cultura e il benessere rendono immuni. Nei fatti non è così e lo sanno bene le donne imprenditrici del Gruppo Terziario Donna di Confcommercio Roma che da anni lavora attivamente per l’empowerment femminile e la cultura d’impresa e che il prossimo 25 ottobre, alla Camera di commercio di Roma, presenterà il progetto “Futuro sicuro”, che interviene sul tema della violenza contro le donne, con un focus particolare sugli aspetti economici e istituzionali.

“È ora che le associazioni di categoria del mondo dell’impresa e dell’economia si occupino di violenza di genere, perché le imprenditrici sono anche donne e mamme e come tali possono avere storie difficili alle spalle. È importante che anche nelle imprese ci sia consapevolezza sul tema della violenza domestica perché in qualunque azienda può esserci una donna che ne è vittima”, ha dichiarato alla Dire Simona Petrozzi, Presidente di Terziario Donna Roma. Il progetto “Futuro sicuro” parte dalla consapevolezza che la violenza non è solo quella fisica e operata dal partner ma spesso riverbera anche nella società e nelle stesse istituzioni a cui la donna, spesso faticosamente, chiede aiuto. “A troppe madri amorevoli vengono tolti i figli per il maschilismo diffuso nei Tribunali o perché giudici e assistenti sociali non riconoscono che alcuni atteggiamenti sono la conseguenza della violenza dell’ex partner”, prosegue Petrozzi.   

Dall’osservazione delle “best practices” raccolte all’estero, è quindi nato il progetto, che ha come obiettivo principale la revisione della Legge 54 del 2006 sulla bigenitorialità. Anche se, ammette Marina Marconato, avvocata che ha collaborato alla scrittura di “Futuro sicuro”, “in Italia l’impianto normativo non è inadeguato ma non è applicato, intanto per la scarsa conoscenza del fenomeno”.    Per questo, alla base del progetto c’è un’ampia riflessione sulla formazione di giudici e operatori: “Se non c’è formazione di operatori, non se ne viene a capo, nel nostro Paese manca la capacità di valutazione del rischio nei tribunali ma anche nei primi approcci, dalle forze dell’ordine ai servizi sociali, dove la violenza viene scambiata per conflitto di coppia, portando a una parità tra vittima e abusate e innestando procedure sbagliate”.   Nel progetto di Terziario Donna, invece, è prevista “tolleranza zero” verso la violenza e “contatto zero” tra il presunto abusante, la donna che denuncia e i figli. È infatti previsto che in ogni luogo destinatario di narrazioni di violenze (commissariati, servizi sociali etc) ci sia un Ufficio apposito con operatori formati che azionino subito una rete a tutela della donna. “La prima cosa, naturalmente, è la messa in sicurezza della donna e dei figli- spiega l’avvocata- ma non per forza nelle case rifugio: bisogna far sì che le donne abbiano accesso a un’abitazione a carico dello Stato o con convenzioni con privati. In casi estremi, prevediamo una sorta di ‘corridoio umanitario’ in un’altra regione o comune ove poter avere anche un lavoro”. Molte sono le misure previste dal progetto a tutela dei minori coinvolti: il divieto di allontare in modo coatto il bambino da un genitore che non sia comprovatamente violento, l’eliminazione del ricorso di default alle ctu, “che vanno formate in modo accurato a partire dall’analisi del modus operandi personalità abusati e che devono tenere conto delle narrazioni di violenza”, precisa Marconato. I giudici, poi, non portanno basarsi solo su valutazioni delle ctu e, punto di enorme importanza, i minori dovranno essere sempre creduti. Proprio per poter gestire al meglio le testimonianze delle donne e dei minori coinvolti, il progetto prevede degli specifici test, elaborati per le vittime di violenza domestica e al momento non usati nelle ctu: “è un fattore fondamentale- spiega l’avvocata- perché spesso le vittime di violenza hanno sintomi precisi, come vuoti di memoria conseguenti all’esposizione al trauma, che devono essere riconosciuti”. I colloqui, inoltre, dovranno obbligatoriamente essere videoregistrati.   


Il progetto “Futuro sicuro” e tutte le proposte concrete di Terziario Donna verranno presentate il prossimo giovedì 25 ottobre, presso la Camera di commercio di Roma dalle 9.30 alle 13.30 alla presenza, tra gli altri, dell’assessora alle Attività produttive e alle pari opportunità del Comune di Roma, Monica Lucarelli, e dell’assessora allo Sviluppo economico, commercio, artigianato, industria, internazionalizzazione della Regione Lazio, Roberta Angelilli.  

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