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Gaza, rilasciati due ostaggi. Tajani annuncia: “Morto anche l’ultimo dei tre italo-israeliani dispersi”

Le due donne, cittadine d'Israele, sono state rilasciate grazie a un ruolo del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr)

Pubblicato:24-10-2023 09:08
Ultimo aggiornamento:25-10-2023 10:54
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gaza ostaggi
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ROMA – Altre due donne tenute in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza sono state rilasciate grazie a un ruolo del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr): ad annunciarlo in serata l’organizzazione umanitaria. Secondo una comunicazione di Hamas, rilanciata dall’emittente Al Jazeera, le liberazioni sono state possibili sulla base di una mediazione di Qatar ed Egitto. Gli ex ostaggi tornati in libertĂ , giĂ  trasferiti fuori da Gaza, sono le cittadine israeliane Nurit Cooper e Yocheved Lifshitz, rispettivamente 79 e 85 anni. Dell’operazione si legge in un post pubblicato dal Cicr su X. Nel messaggio il Comitato sottolinea che il suo “ruolo come intermediario neutrale” rende “questo lavoro possibile” e che in futuro è “pronto a facilitare ulteriori rilasci”.

OSTAGGI RILASCIATI

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MO. TAJANI: MORTO ANCHE L’ULTIMO DEI 3 ITALO-ISRAELIANI DISPERSI

Purtroppo anche Nir Forti è deceduto. Era l’ultimo dei tre italo-israeliani dispersi”: così in serata il ministro degli Esteri Antonio Tajani. In un post su Xi si legge ancora: “Mi stringo al dolore dei suoi genitori, li avevo incontrati durante la visita a Tel Aviv. Morire a 29 anni, barbaramente ucciso dai terroristi, è profondamente ingiusto”. Tajani ha concluso: “Prego per te, giovane Nir”.


I FAMILIARI DELLE VITTIME ISRAELIANE A ROMA PER SENSIBILIZZARE 

Questa mattina una delegazione di familiari degli israeliani assassinati e rapiti è partita per Roma per incontrare le cariche istituzionali del Paese, parlamentari e figure chiave della comunitĂ  ebraica. Lo riferisce in una nota l’ambasciata di Israele, secondo la quale l’obiettivo è riportare a casa gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza.

“Un ulteriore impegno della delegazione è rivolto all’esposizione mediatica e alla massima diffusione pubblica della veritĂ  su ciò che è accaduto in Israele nel ‘Sabato nero’ del 7 ottobre scorso” si riferisce nel testo. “Alcuni membri della delegazione hanno origini italiane e saranno intervistati dai principali canali italiani”.

L’ambasciata riferisce ancora: “Un’altra simile delegazione si trova attualmente a Londra, dove i familiari sono intervenuti a una manifestazione a sostegno di Israele a Trafalgar Square, con oltre 15.000 partecipanti. I membri della delegazione sono inoltre stati intervistati dai principali media del Regno Unito e hanno incontrato i membri del parlamento britannico. Queste delegazioni rientrano nell’ambito degli sforzi profusi dal Ministero per gli Affari della Diaspora, dal Ministero degli Affari Esteri, dell’Iniziativa Ami e dell’organizzazione Gesher, per accrescere la consapevolezza nel mondo sulla necessitĂ  immediata di rilasciare tutti gli ostaggi”.

Prima di partire per Roma, Ilan Regev, padre di Maya e Itai, tenuti in ostaggio a Gaza, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo ultimo è riportare i nostri figli a casa e salvare loro la vita. Diffondendo la veritĂ  e spiegando al mondo che i nostri figli e cittadini innocenti sono trattenuti contro la loro volontĂ , spero che la pressione internazionale ci aiuterĂ  a ottenere l’immediato ritorno dei nostri figli sani e salvi”.

Adar Eylon, sorella di Shira, assassinata nel corso del festival musicale a Re’im, ha detto: “Ho promesso a mia sorella al suo funerale che avrei fatto tutto ciò che era in mio potere, per far sapere al mondo intero quello che ha passato. Il fatto che una donna innocente sia stata uccisa nel bosco e che i Paesi di tutto il mondo protestino contro di noi è insopportabile“.

Amichai Shikli, ministro per gli Affari della diaspora, ha dichiarato: “Il viaggio dei familiari degli ostaggi e delle vittime del 7 ottobre continua a Roma, per una serie di incontri con le massime istituzioni e cariche politiche del Paese. Faremo tutto il possibile per esercitare pressione internazionale sul rilascio degli ostaggi”.

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