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Aeronautica, l’accusa: “I nostri comandanti senza soldi né militari”

A pagare questo stato di crisi dovuto a una lunga politica di tagli di personale e di soldi alle Forze armate, sono tutti i gradi, dai dirigenti in giù

Pubblicato:24-04-2024 15:52
Ultimo aggiornamento:24-04-2024 16:40
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ROMA – È un ritratto della Forza armata pieno di crepe quello che esce fuori dalla conferenza stampa che stamane a Roma al centro congressi Cavour ha visto la nascita della prima Federazione sindacale dell’Aeronautica militare che proprio oggi, come tutti i sindacati militari, inizia il cammino della negoziazione del nuovo contratto.
“Facciamo centenari con un mese di cerimonie invece di un anno se non ci sono le risorse- ha dichiarato Enzo Trevisol, segretario generale del sindacato Usami– invece di mandare la gente in missione nelle topaie”. A pagare questo stato di crisi dovuto a una lunga politica di tagli di personale e di soldi alle Forze armate, sono tutti i gradi, dai dirigenti in giù. “Un comandante oggi- ha aggiunto Trevisol- non ha soldi né persone e allora cerca soluzioni interpretative e creative e invece del servizio di reperibilità, ad esempio, nasce la rintracciabilità. Cosi si fa finanza sulla regressione dei diritti. E sulla sicurezza potremmo aprire un mondo”.
Perché si parla tanto del fenomeno sommerso dei suicidi – ce ne sono stati due di recente nell’Aeronautica militare ad esempio, ma poi “l’indagine per prevenire lo stress da lavoro correlato prevista- ha detto il segretario generale di Usami- non viene fatta. Come quella relativa ai rischi sulla linea volo”.

La mancanza di soldi graverebbe quindi sulla sicurezza dell’operatività, fino alla salute del personale che sottoposto a turni massacranti rischierebbe il burn out. “Ci sono bolle di estrema spremitura”, ha proseguito Trevisol che ha voluto parlare anche della situazione dei “volontari in ferma prefissata la cui situazione è sul confine della legalità. Maturano anche 100-200 ore e- ha ricordato il segretario generale di Usami- l’indennizzo del compenso forfettario è di 3 euro per 1 ora di straordinario. Questo produce quel conflitto con l’amministrazione che noi non cerchiamo”.

Perché tutte le istanze avanzate dai militari che vengono rigettate diventano un fiume di ricorsi. E’ soprattutto la famiglia il terreno su cui si moltiplicano i problemi. “Sul ricongiungimento ai minori di tre anni e sulla legge 104 per assistere un familiare la norma e’ chiara- ha spiegato Paolo Melis– segretario generale del Siam- le persone invece restano in una lista d’attesa e parte da lì l’azione legale e il ricorso”.
L’amministrazione rigetta queste richieste di ricongiungimento e di vicinanza ai figli con la ragione di non avere ruoli con le stesse mansioni disponibili nella sede in cui ci si vuole trasferire. “Bla, bla, bla” ha replicato l’avvocata Emanuela Mazzola che tanti ricorsi legali ha seguito, perchè “non si deve ragionare sulla rigida mansione”. Esiste anche una possibilità di formazione che viene messa in campo, a quanto pare, solo quando su una singola persona si moltiplicano incarichi su incarichi, come denunciato da Melis.
Basta “negare la 104 per ragioni di impiego- ha rincarato Trevizol- se avessimo dialogo con l’amministrazione potremmo analizzare l’impiego e non fossilizzarci sulla mansione specifica. Vogliamo evitare contenziosi, vogliamo dialogare. Nelle caserme abbiamo gente con i capelli bianchi, con 35 anni di servizio. Eravamo esuberi, ora siamo diventati essenziali“.


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