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Ucraina, Kiev alla guerra contro i conduttori-propagandisti russi

Nelle trasmissioni moscovite anche una lavagna interattiva che mostra una spartizione dell'Ucraina

Pubblicato:24-03-2022 15:46
Ultimo aggiornamento:24-03-2022 15:56

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ROMA – Prima la spartizione dell’Ucraina in diretta tv, poi il grido “morte ai nemici” mentre un esperto militare fa avanzare carri armati sulla carta geografica. Troppo per la Procura generale dell’Ucraina, che ha avviato un’azione penale nei confronti di Olga Skabeyeva, una delle più note conduttrici russe.

La sua colpa? La stessa del collega Dmitry Kiselyov, un’altra star del palinsesto. Secondo i magistrati di Kiev, riferisce anche a Mosca l’agenzia Ria Novosti, avrebbero entrambi invocato la “violazione dell’integrità territoriale” dell’Ucraina prima del 24 febbraio e poi a conflitto in corso giustificato “crimini di guerra e contro l’umanità”. I due, definiti dai critici “giornalisti-propagandisti”, hanno milioni di telespettatori e follower da Mosca al mar del Giappone.

Kiselyov, 67 anni, è il direttore dell’agenzia di stampa internazionale Rossija Segodnya, peraltro proprietaria della testata Sputnik. Soprannominato “il portavoce di Putin”, ha difeso il governo ucraino di Viktor Yanukovych contro il “golpe” del 2014; e più o meno nello stesso periodo ha accusato gli Stati Uniti di distruggere la Siria appoggiando “il califfato terrorista” dello Stato islamico.


Lo stile è differente ma la popolarità paragonabile a quella di Vladimir Solovyov, 58 anni, animatore della fascia serale dell’emittente statale Rossija 1, per ora non coinvolto dall’azione della magistratura di Kiev. Lui si dichiara patriota e convinto che Vladimir Putin si sia dimostrato un presidente di talento e un difensore devoto degli interessi nazionali. Più di recente, dopo essere entrato nel Libro del guinness dei primati per oltre 25 ore da presentatore tv in una sola settimana, Solovyov ha appoggiato l'”operazione speciale” di Mosca per “denazificare” l’Ucraina. Fino a dirsi d’accordo, sempre in diretta, con l’idea che in caso di una missione della Nato a Kiev la “giusta” risposta della Russia dovrebbe essere un bombardamento su Varsavia e la guerra nucleare. Anche Solovyov ha però i suoi problemi. A causa delle sanzioni europee anti-Putin, a fine febbraio lo hanno privato di una villa in Italia, in riva al lago di Como, del valore di otto milioni di euro.

La stretta dell’Ue ha già colpito anche Shabeyeva. Trentasette anni, soprannominata “la bambola di ferro di Putin Tv” per i lineamenti aggraziati e il piglio filo-governativo, si è fatta strada a Mosca coprendo il processo alle attiviste punk Pussy Riot. Nel frattempo ci sono stati il matrimonio con il collega Evgheny Popov e l’acquisizione di patrimoni immobiliari che il quotidiano Moscow Times ha stimato in quattro milioni di dollari. Risale invece a pochi giorni fa l’urlo “morte ai nemici”.

Su Rossija 1, Shabeyeva stava conducendo una puntata del suo talk show “60 minuti” dedicata agli scenari di un’avanzata russa verso Occidente. Sulla carta geografica un esperto muoveva carri armati, come accade anche nelle trasmissioni europee e italiane, dove pure si ragiona a volte senza scomporsi di armi chimiche e “piccole” bombe nucleari. Tra le particolarità moscovite, già da tempo, c’è però la lavagna interattiva a spartizione avvenuta: la Polonia si prende Leopoli, l’Ucraina tiene Kiev, mentre da Odessa e Kharkiv è solo Russia. 

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