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Mutilazioni genitali femminili, Aidos: “Conoscere per informare bene”

Sgombrano il campo dagli stereotipi, Serena Fiorletta e Valentina Fanelli dell'Ong Aidos nel corso del convegno promosso in collaborazione con DireDonne

Pubblicato:23-09-2019 14:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:44

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ROMA – Le Mutilazioni Genitali Femminili (Mgf) non sono “una questione africana”, né “una pratica islamica”, ma “una forma di violenza di genere che riguarda 200 milioni di donne e ragazze nel mondo”, per la maggior parte provenienti da Indonesia, Egitto (87%) ed Etiopia, non solo da contesti rurali e poco alfabetizzati

Sgombrano il campo dagli stereotipi, Serena Fiorletta e Valentina Fanelli dell’Ong Aidos (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) nel corso del convegno promosso in collaborazione con DireDonne ‘Un approccio di genere alla comunicazione’ che si è tenuto stamattina nella sede romana dell’Agenzia Dire. E lo fanno con un obiettivo preciso: far conoscere le Mgf a un mondo dell’informazione che troppo spesso ne parla poco e male

“Vogliamo restituire un approccio di genere, interculturale e intersezionale su questo tema”, ha dichiarato in apertura Fiorletta, antropologa e responsabile della comunicazione Aidos, che nel suo intervento è partita dall'”uso sessista della lingua”, che, riferendosi a “precisi ordini simbolici, rivelano quali sono i nostri valori sociali e culturali, ma può decidere di veicolarne di nuovi”. È il linguaggio, infatti, uno dei principali strumenti di “costruzione della realtà e dell’identità di genere”, alla base di discriminazioni e violenze, ed essendo profondamente intrecciato con la cultura, la riflette. Ecco allora che al ‘maschile inclusivo‘, per cui si scrive “tutti” anche se ci si riferisce a una platea prevalentemente al femminile, “corrisponde la predominanza del maschile nella società”, in un dibattito ancora aperto sull’opportunità della declinazione al femminile su termini che si riferiscono a cariche (si pensi alla querelle su ‘sindaca’ o ‘ministra’). 

Per Fiorletta, “decostruire gli stereotipi, rendendo visibile cosa c’è dietro”, può aiutare a raccontare la violenza di genere e le Mgf nel giusto modo, evitando l’utilizzo di termini e locuzioni giudicanti come ‘barbarie’ o ‘pratica aberrante’, per fare spazio a una racconto veritiero basato su una reale conoscenza del fenomeno. 

L’Oms classifica le Mgf in quattro categorie, tra cui c’è l’infibulazione, che ha le conseguenze più gravi- ha spiegato Fanelli programme officer e referente del programma ‘Building Bridges’ per contrasto alle Mgf in Africa ed Europa di Aidos- Non nascono come requisiti religiosi ma hanno un legame con la ‘sposabilità’, essendo considerate un prerequisito per il matrimonio. Nelle comunità in cui vengono praticate- ha aggiunto l’esperta- le Mgf garantiscono che la donna sarà una brava moglie e una brava madre. Chi non la subisce rischia di diventare una ‘ragazza facile'”. Chiaro il riferimento alla sessualità e al suo stretto controllo – per una pratica a cui vengono sottoposte bambine con meno di cinque anni ma anche neonate (Egitto) o 12-14enni (Kenya) – ma anche alla questione di genere, perchè la mutilazione genitale viene considerata una tappa dell’essere donne, “in conformità a ciò che la società si aspetta da loro. Quando si raccontano le storie di queste donne non bisogna mai dare nulla per scontato, perchè l’esperienza è diversa in base al Paese e al tipo di persona- ha precisato Fanelli- Alcune raccontano che è possibile provare piacere anche senza fare l’operazione di ricostruzione clitoridea”. 

Certo è che “nelle intenzioni dei genitori non si tratta di una pratica punitiva, con cui si vuole danneggiare queste ragazze. Molti lo fanno per preservare il migliore interesse delle figlie, perchè altrimenti sarebbero ostracizzate dalle comunità”. Al termine del convegno Aidos e DireDonne hanno siglato una mediapartnership con l’obiettivo di diffondere e divulgare i contenuti dei progetti che la Ong porta avanti, promuoveranno insieme convegni e corsi di formazione e saranno insieme sul campo per progetti di cooperazione internazionale nei Paesi in cui Aidos è presente.

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