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Giustizia, Valente: “Per prima commissione rivedere affido se c’è violenza”

Pubblicato:23-07-2021 19:49
Ultimo aggiornamento:23-07-2021 19:50
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ROMA – “Nell’esprimere il parere sulla riforma del processo civile, la Commissione Affari costituzionali del Senato ha raccomandato di rivedere la materia dell’affido condiviso prevedendone anche l’esclusione in presenza di violenza domestica e garantendo che la bigenitorialità non possa mai prevalere sul principio, sviluppato a livello sovranazionale, del preminente interesse del minore”. Lo rende noto la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere e capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali, che sottolinea: “L’estensore del parere è il relatore, il senatore del Pd Dario Parrini, presidente della Commissione Affari costituzionali, che ringrazio per il lavoro svolto con la consueta grande competenza”.

“Si tratta di un parere molto importante – spiega Valeria Valente – che sottopone al legislatore la necessità di rivedere la disciplina dell’affido condiviso per tutelare le donne e i figli sottoposti a violenza domestica. Il principio della bigenitorialità, infatti, non può prevalere sul diritto dei minori alla salute, alla sicurezza, all’integrità fisica. Non solo, nel parere si esclude ancora una volta il ricorso, nelle consulenze tecniche d’ufficio, alla sindrome di alienazione parentale (Pas), prescrivendo ‘la possibilità per il giudice di far riferimento solo a disturbi del comportamento, rilevanti ai fini della decisione sull’affido condiviso, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale’. Si chiede inoltre di promuovere lo svolgimento di attività formative per i magistrati e gli altri operatori della giustizia finalizzate allo sviluppo e all’aggiornamento di conoscenze e competenze in materia di violenza domestica e di genere, con particolare riferimento alla Convenzione di Istanbul, nonché in materia di ascolto e di trattamento di minori in occasione di procedimenti giudiziari”.


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