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In Russia Testimoni di Geova ancora sotto attacco: “Autorità armate entrano nelle case e picchiano”

Anche oggi nella Russia moderna i Testimoni di Geova nonostante le percosse continuano a difendere quello in cui credono

Pubblicato:23-04-2024 14:10
Ultimo aggiornamento:23-04-2024 14:10
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ROMA – Aprile segna il 7° anno dalla messa al bando dei Testimoni di Geova da parte della Russia; sempre ad aprile cade anche il 73° anniversario da quando l’esercito sovietico di Stalin prese di mira i Testimoni durante l’’Operazione Nord’, la più grande deportazione di massa di un gruppo religioso nella storia dell’Urss.
‘La storia può insegnarci tante lezioni’, ha detto Jarrod Lopes, portavoce mondiale dei Testimoni di Geova. ‘Proprio come decenni fa, i testimoni di Geova in Russia- riporta la Congregazione in una nota stampa- sono di nuovo sotto attacco per le loro convinzioni. Ma proprio come non permisero al regime sovietico di soffocare la loro fede, anche oggi nella Russia moderna i testimoni di Geova continuano a difendere quello in cui credono: nonostante le percosse, le torture o le lunghe pene detentive, non scendono a compromessi‘.

Secondo una storica sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) del giugno 2022, il divieto imposto dalla Russia ai Testimoni di Geova è illegale e ingiustificato.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha ordinato alla Russia di ‘mettere in atto tutte le misure necessarie ad assicurare l’interruzione di tutti i procedimenti penali in corso nei confronti dei testimoni di Geova […] e la scarcerazione di tutti i testimoni di Geova‘. Alla Russia è stato anche ordinato di restituire tutte le proprietà confiscate o di pagare circa 60 milioni di euro come risarcimento, nonché di pagare ai ricorrenti oltre 3 milioni di euro in danni non patrimoniali. Sebbene non sia più membro del Consiglio d’Europa, la Russia è obbligata a rispettare le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo emesse fino a settembre 2022. La Russia non ha ancora collaborato.

Al contrario le autorità russe, mascherate e armate di tutto punto- denunciano i Testimoni di Geova- continuano a entrare con la forza nelle case dei Testimoni nelle prime ore del mattino o nel cuore della notte. Durante queste incursioni, uomini e donne innocenti vengono spesso tirati giù dal letto. Alcuni vengono picchiati o addirittura torturati.
I Testimoni di Geova chiedono rispettosamente alla Federazione Russa di: fermare la repressione dei testimoni di Geova in Russia, smettere di applicare erroneamente la legislazione sull’estremismo al culto pacifico dei testimoni di Geova, fare in modo che i testimoni di Geova possano godere pacificamente della libertà di religione e di riunione senza interferenze, come garantisce la Costituzione della Federazione Russa.


La Russia ha usato la sua legislazione anti-estremista come arma per criminalizzare i Testimoni di Geova semplicemente perché leggono la Bibbia, cantano cantici e parlano pacificamente delle loro credenze’, ha detto Lopes. ‘È difficile credere che questa repressione discriminatoria stia continuando da sette anni. La Russia calpesta senza scrupoli i diritti umani e la libertà di coscienza dei Testimoni. Ma questo ha solo reso i Testimoni più forti e decisi a rimanere fedeli alle loro convinzioni’, ha aggiunto.

LE PERSECUZIONI FINO ALLA MESSA AL BANDO – Già nel 2009 le autorità russe avevano iniziato ad attuare una strategia di attacchi aggressivi contro i Testimoni con l’obiettivo di mettere al bando la comunità. Il primo passo fu quello di mettere al bando decine di pubblicazioni bibliche dei Testimoni. A quel punto le autorità fecero in modo che nei luoghi di culto dei Testimoni venissero collocate pubblicazioni proibite per farli passare per “estremisti”. Questo attacco alla libertà religiosa è proseguito con la confisca delle proprietà della confessione, la messa al bando del sito ufficiale dei Testimoni, jw.org, e il sequestro delle spedizioni di Bibbie. Questa campagna si è intensificata fino al bando dei Testimoni di Geova imposto a livello nazionale nell’aprile del 2017.

LE SANZIONI – Più di recente, la Russia ha emesso alcune delle condanne detentive più dure da quando è in vigore il divieto del 2017. Ad esempio, il 29 febbraio 2024, Aleksandr Cagan, di 52 anni, è stato condannato a otto anni di carcere, una pena tipicamente riservata a chi si è reso colpevole di gravi lesioni personali. Cagan è il sesto Testimone a ricevere una condanna così dura semplicemente per aver professato pacificamente le sue convinzioni cristiane. Al 1° marzo 2024 in Russia sono 127 i Testimoni in carcere.
‘La Russia non sta prendendo di mira solo uomini innocui come Aleksandr, ma anche donne, anziani e disabili o anche chi soffre di malattie potenzialmente letali’, ha detto Lopes. ‘Comunque, i testimoni di Geova non sono né sorpresi né intimiditi dalla sistematica persecuzione della Russia. Nella storia della Russia, della Germania nazista e di altri paesi è ben documentato che la fede dei Testimoni è sempre sopravvissuta al regime persecutorio. Siamo certi che la storia si ripeterà’.

L’OPERAZIONE NORD – Nell’aprile del 1951- ricordano i Testimoni di Geova- quasi 9.800 testimoni di Geova e i loro figli provenienti da sei repubbliche sovietiche (Bielorussia, Estonia, Lettonia, Lituania, Moldavia e Ucraina) furono sostanzialmente rapiti quando le autorità li deportarono, ammassandoli su treni strapieni, nella gelida e desolata Siberia. Questa deportazione di massa fu chiamata Operazione Nord. In soli due giorni le case dei testimoni di Geova furono confiscate e pacifici Testimoni furono esiliati in remoti insediamenti in Siberia. Molti di loro furono costretti a lavorare in condizioni dure e pericolose. Soffrirono a causa di malnutrizione e malattie, oltre che di traumi mentali ed emotivi dovuti alla separazione dalle loro famiglie.
Nel 1965 molti Testimoni poterono finalmente tornare dall’esilio, ma i beni confiscati non furono mai restituiti.
Nonostante il tentativo del governo di eliminare circa 10.000 testimoni di Geova dalla regione, l’Operazione Nord fallì. ‘L’Operazione Nord non raggiunse il suo obiettivo”, secondo il dottor Nicolae Fu?tei, coordinatore e ricercatore scientifico dell’Istituto di Storia della Moldova. “L’organizzazione dei testimoni di Geova non fu eliminata, e i suoi membri non smisero di parlare della loro fede. Al contrario, iniziarono a farlo con ancora più coraggio’.

DOPO LA CADUTA DEL REGIME SOVIETICO, IL NUMERO DEI TESTIMONI DI GEOVA AUMENTÒ – Nel giugno 1992 i Testimoni tennero in Russia, a San Pietroburgo, una grande assemblea internazionale. Vi parteciparono circa 29.000 persone provenienti dall’ex Unione Sovietica e migliaia di delegati provenienti da tutto il mondo.

UCRAINA – La stragrande maggioranza dei Testimoni deportati durante l’Operazione Nord erano originari dell’Ucraina: oltre 8.000 provenienti da 370 insediamenti. Eppure dal 6 all’8 luglio 2018 proprio i testimoni di Geova dell’Ucraina hanno accolto migliaia di persone per un’altra grande assemblea a Leopoli (L’viv), in Ucraina. Più di 3.300 delegati provenienti da nove paesi si sono recati in Ucraina per l’evento, che aveva un tema appropriato: ‘Sii coraggioso!’. Oggi in Ucraina ci sono più di 109.300 testimoni di Geova. Dal 2017, circa 794 persone hanno affrontato accuse penali in Russia e 415 hanno trascorso dei periodi in prigione.

LA STORIA – Ekaterina Pegaševa, di 34 anni, è stata arrestata e ha trascorso oltre 100 giorni in una struttura di detenzione preventiva. ‘All’improvviso gli agenti mi hanno trascinato in strada e mi hanno spinto contro un albero con le mani dietro la schiena’, ha ricordato Ekaterina. A proposito dei tentativi dello Stato di indebolire la sua fede, ha detto: ‘Più mi fanno pressioni, più mi proteggo con l’armatura spirituale’.
‘Una cosa che mi incoraggia molto sono le biografie dei miei compagni di fede, quelli che sono perseguitati in questo momento e quelli che lo sono stati in passato all’epoca dell’Unione Sovietica’, ha detto Ekaterina durante il suo processo davanti alla Corte Suprema della Repubblica di Mari El. ‘Specialmente quelli le cui circostanze sono simili alle mie o anche più
difficili delle mie. Alcuni di loro hanno più di un figlio, e alcuni di loro sono anziani o infermi. Il loro esempio di resilienza mi rassicura del fatto che se ce l’hanno fatta loro, posso farcela anch’io’. E ha aggiunto: ‘Ora non ho paura di nulla’.
Anche Il’dar Urazbachtin, di 60 anni, ha dichiarato coraggiosamente davanti al tribunale distrettuale di Kežemskij del territorio di Krasnojarsk: ‘La certezza che non sono un criminale mi aiuta a guardare gli oppositori dritto negli occhi’, e ha aggiunto: ‘La persecuzione che affrontiamo in Russia non fa altro che darci più forza’.

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