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L’Europa dà un calcio al riciclaggio: ogni anno il pallone “lava” 140 miliardi di dollari

Dal 2029 la stretta sui i club: il Parlamento Ue inserisce l'industria calcio nella sesta direttiva antiriciclaggio

Pubblicato:23-04-2024 13:09
Ultimo aggiornamento:23-04-2024 13:11

aleksander ceferin
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ROMA – L’Europa dice basta al calcio-lavanderia. O almeno prova a mettere un freno ad un fenomeno, il riciclaggio di proventi illeciti attraverso l’industria del pallone, che secondo le ultime stime delle Nazioni Unite vale circa 140 miliardi di dollari l’anno. Mercoledì il Parlamento europeo sarà chiamato a votare (con esito scontato) per includere i club nella sesta direttiva antiriciclaggio. A partire dal 2029, la maggior parte delle società professionistiche e tutti gli agenti che operano all’interno dell’Unione Europea saranno tenuti a verificare l’identità dei propri clienti, monitorare le transazioni – compresi i trasferimenti dei giocatori – e segnalare le transazioni sospette. Insomma diventeranno agenti attivi della lotta al riciclaggio. Per il Guardian “i cambiamenti attesi sono così epocali che i politici hanno esteso il periodo di adattamento dai soliti tre anni a cinque”.

I criminali, gli oligarchi e i ricchi e potenti hanno modi privilegiati per riciclare il loro denaro sporco, e il calcio è uno di questi”, ha detto l’eurodeputato francese Carême al Guardian. “Cosa è più importante: prevenire la corruzione, le frodi fiscali, i traffici di ogni tipo e la perdita di fiducia dei cittadini nei loro governi, o preservare la competitività delle società calcistiche? Per il Parlamento europeo la scelta è stata fatta rapidamente. I tifosi possono davvero godersi il loro gioco quando sanno che il denaro utilizzato per acquistare il loro giocatore preferito proviene dai proventi di gruppi criminali organizzati o da un oligarca russo che sostiene la guerra di aggressione contro l’Ucraina? Personalmente non credo”.

Saranno previste delle esenzioni per i club più piccoli, quelli con fatturati inferiori a 5 milioni di euro a stagione, ma concesse solo alle società che saranno certificate “a basso rischio” dall’autorità antiriciclaggio della Commissione Europea (Amla), che avrà sede a Francoforte .


I club inglesi resteranno per forza di cose esclusi dalla giurisdizione europea. Ma secondo gli esperti, i il governo britannico potrebbe seguire a ruota con una legislazione apposita.

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