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I-Com: “Più sicurezza e produttività per imprese che adottano nuove soluzioni di connettività”

Con revisione piano transizione 4.0 la possibile svolta

Pubblicato:22-12-2022 12:55
Ultimo aggiornamento:22-12-2022 12:55
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ROMA – La digital transformation, una delle sfide epocali che le aziende si trovano oggi a fronteggiare, ruota in larga misura intorno all’adozione di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale (AI), l’Internet of Things (IoT) e il cloud tutte accomunate dalla necessità di disporre di nuove soluzioni di connettività capaci di garantire elevatissimi livelli di performance in termini di velocità, sicurezza e stabilità. Tra le innovazioni legate al 5G figurano le reti mobili private, progettate con l’obiettivo di soddisfare specifiche necessità aziendali in termini di copertura, prestazioni e sicurezza a livelli impossibili da raggiungere utilizzando una rete pubblica.

Parallelamente, si vanno affermando anche nuove soluzioni di connettività tra cui le reti SD-WAN (Software-Defined Wide Area Network), che permettono di ottimizzare le infrastrutture esistenti garantendo un aumento delle prestazioni di rete – con un incremento della sicurezza anche nel lavoro da remoto e nelle gestione di sedi e filiali, un miglioramento della qualità del servizio offerto, e l’integrazione facile e sicura di applicazioni in cloud, oltre a una riduzione dei costi. Si tratta di infrastrutture di rete fondamentali per abilitare le comunicazioni tra dispositivi e il trasferimento di dati che, tuttavia, non rientrano nei meccanismi di incentivo previsti nel quadro di Transizione 4.0, col rischio di rendere meno efficaci le azioni a sostegno della transizione digitale delle imprese italiane.

Sono questi alcuni dei temi che emergono dallo studio dal titolo ‘No Tlc, No Transizione 4.0’ realizzato nell’ambito di Futur#Lab, il progetto promosso dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e WINDTRE, in collaborazione con Join Group e con la partnership di Ericsson e Inwit. L’indagine è stata presentata a Roma nel corso della quarta tavola rotonda di Futur#Lab alla quale hanno partecipato, oltre al presidente I-Com Stefano da Empoli e al direttore Public Affairs di WINDTRE Francesca Chiocchetti, il senior advisor di Join Group Riccardo Capecchi, la vicepresidente di I-Com Silvia Compagnucci e il direttore dell’area digitale di I-Com Lorenzo Principali – che hanno illustrato la ricerca -, il partner di Baker McKenzie Raffaele Giarda, il professore di Sistemi per l’Elaborazione delle Informazioni Università degli Studi di Napoli Federico II e Scientific Director Apple Developer Academy Giorgio Ventre, il vicepresidente di Federmeccanica Corrado La Forgia, il team lead Telco Managed Security Service Provider South Center Italy & Malta di Fortinet Renzo Ghizzoni, il Government & Industry Relations Director di Ericsson Telecomunicazioni Antonio Sfameli, l’External Relations, Communication & Sustainability Director di Inwit Michelangelo Suigo, il deputato Azione-Italia Viva-Renew Europe Commissione Finanze Mauro Del Barba e la deputata FdI in Commissione Bilancio Ylenja Lucaselli.


Tra le innovazioni legate al 5G con le potenzialità più elevate in ambito business spiccano certamente le private network. Secondo i dati raccolti dalla Global Mobile Suppliers Association (GSA), alla fine del terzo trimestre 2022 risultavano essere state implementate 955 reti private a livello globale, con un aumento di circa il 32% rispetto al 2021 e del 123% sul 2020.
A livello europeo, lo European 5G Observatory ha individuato 55 reti private mobili aziendali dislocate in 19 Stati Membri UE.

Dal punto di vista settoriale, dall’analisi dei dati emerge una netta prevalenza dell’industria con 28 use case, che rappresentano il 28% del totale. La sensibilità di questo comparto verso le reti mobili private può trovare giustificazione nell’importante impatto positivo che queste possono generare sulle prestazioni della singola impresa. Infatti, secondo Accenture l’implementazione di una private network nel settore manifatturiero può portare un aumento dell’usabilità delle apparecchiature pari al 40%, un miglioramento dell’efficienza del 30% e un miglioramento della produttività del 25%.

Per valutare e approfondire i vantaggi percepiti dalle aziende nell’introduzione di nuove soluzioni di rete e connettività, I-Com ha condotto un’analisi su 87 aziende e organizzazioni che hanno adottato la SD-WAN. Dall’indagine, svolta sulla base dei dati forniti da Fortinet, è emerso come l’introduzione di soluzioni SD-WAN nei diversi contesti aziendali abbia comportato un aumento della sicurezza di rete nel 70% dei casi analizzati.

Il 43% delle imprese osservate ha riscontrato un miglioramento della qualità del servizio offerto ai clienti e un miglioramento della performance di rete, mentre il 40% ha rilevato miglioramenti nella gestione delle connettività tra le filiali e con il lavoro da remoto. Inoltre, nel 38% dei casi è stata osservata una riduzione dei costi.

Guardando alla composizione del campione, si osserva come la tecnologia SD-WAN abbia ricadute positive a prescindere dal settore di appartenenza: quasi il 90% delle organizzazioni che operano nel settore dell’istruzione ha riscontrato un impatto positivo sul lato della sicurezza, mentre simili percentuali si evidenziano anche nel settore sanitario (86%) e nel comparto manufatturiero (80%). Il 60% delle aziende di telecomunicazione e di servizi tecnologici ha sottolineato, invece, un miglioramento della qualità del servizio o della soddisfazione dei clienti finali; di poco inferiore la percentuale delle aziende sanitarie (57%). Le nuove soluzioni di connettività, rendendo gli scambi di informazioni in rete più sicuri, agevolano anche la gestione delle filiali e del lavoro da remoto.

Più del 50% delle organizzazioni che operano nel settore dell’istruzione hanno notato miglioramenti nella gestione delle proprie sedi, così come il 58% delle aziende che forniscono servizi finanziari e il 55% delle aziende retail. La riduzione dei costi a seguito dell’introduzione dell’SD-WAN è stata evidenziata soprattutto nei settori manifatturiero e retail: in entrambi i casi è circa il 60% delle aziende ad aver osservato un impatto positivo sulle spese.

Lo studio sottolinea inoltre come le misure a sostegno della transizione digitale delle aziende italiane, che si susseguono dal 2016 con il Piano Nazionale Industria 4.0, abbiano mostrato maggior propensione verso il sostegno a soluzioni di acquisto di tecnologie e macchinari che, alla luce della velocità con cui si muove l’innovazione ed i maggiori costi che generalmente si accompagnano all’acquisto di un bene piuttosto che di un servizio, non sempre costituiscono la soluzione tecnologica più efficiente. Ad oggi, nonostante le numerose modifiche introdotte nelle politiche di stimolo – e in attesa dell’annunciata revisione del Piano Transizione 4.0 – le nuove tecnologie di connettività, fondamentali per abilitare l’utilizzo di macchinari 4.0 così come di applicazioni e servizi avanzati (intelligenza artificiale, machine learning, internet of things) non rientrano negli attuali meccanismi di incentivo.

Gli stessi voucher connettività non consentono alle micro, piccole e medie imprese di accedere ai benefici per l’installazione di fibra ottica dedicata ad alta capacità (superiore a 1 Gbps) che assume cruciale rilevanza nelle sedi produttive, né l’installazione di reti private basate su protocollo 5G o di rete intelligente basate sul software SD-WAN che, come mostrato dall’indagine I-Com, permettono alle aziende di ottenere maggiore qualità delle prestazioni e, soprattutto, un incremento della sicurezza proprio nella fase in cui, con l’aumentare del lavoro in remoto, aumentano le minacce cibernetiche.

Si tratta di un vero e proprio vulnus che rischia di depotenziare le opportunità in termini di efficienza e competitività insite nel paradigma 4.0, considerato che le più avanzate tecnologie di connettività fisse e mobili costituiscono il principale fattore abilitante la transizione digitale del tessuto produttivo nazionale.

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