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Il regista Gareth Edwards: “The Creator nasce dal mio amore per Star Wars”

Abbiamo incontrato virtualmente il regista del nuovo film di fantascienza in arrivo il 28 settembre nelle sale italiane con The Walt Disney Company Italia

Pubblicato:22-09-2023 09:00
Ultimo aggiornamento:22-09-2023 09:16

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ROMA – A sette anni da ‘Rogue One: A Star Wars Story’, Gareth Edwards torna al cinema con ‘The Creator’. Dal 28 settembre nelle sale italiane distribuito da The Walt Disney Company Italia (le prevendite sono disponibili Qui), l’epico thriller d’azione è ambientato in una guerra futura tra la razza umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua (John David Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la scomparsa della moglie (Gemma Chan), viene reclutato per dare la caccia e uccidere il Creatore, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine alla guerra e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma apocalittica che è stato incaricato di distruggere è un’IA con le sembianze di una bambina (l’esordiente Madeleine Yuna Voyles). Completano il cast Ken Watanabe, Sturgill Simpson, Allison Janney e Hans Zimmer, che ha firmato al colonna sonora.

THE CREATOR, L’INCONTRO CON GARETH EDWARDS

Com’è nata l’idea del film?

“Ricordo che avevo appena finito Star Wars. La cosa bella di quando finisci un film è che il tuo cervello, in un certo senso formatta l’hard disk. All’improvviso ti ritrovi nella testa una tela bianca. Non mi aspettavo di pensare al prossimo film o di avere delle idee. Con la mia ragazza ci siamo messi in viaggio per andare a trovare i suoi genitori. Ad un certo punto incontriamo una fabbrica con un logo che sembrava giapponese. Mi sono domandato cosa stessero facendo lì dentro: ‘forse sono robot o qualcosa di interessante’. Subito dopo ho pensato: ‘immagina di essere un robot costruito in una fabbrica e di uscire dalla fabbrica per la prima volta’. Tutto questo ha continuato a tornarmi in mente per il resto del viaggio. Quando siamo arrivati a destinazione avevo già in mente le basi dell’intero film, cosa rarissima. Da qui si è accesa la voglia di fare ‘The Creator’ e quella di girare il più possibile in spazi reali, limitando l’utilizzo del green screen”.

Una produzione in giro per il mondo

“Solitamente ci dicono ‘non troverete mai un posto che assomigli a questo. Dovrete costruirlo in un palcoscenico. Costerà 200 milioni di dollari e lo girerete su schermo verde’. Ma è più conveniente farla volare ovunque nel mondo che costruire un set. E così l’idea di scegliere ogni singola location in base alla scena è diventata realtà. Abbiamo scelto, tra i tanti posti, i vulcani dell’Indonesia, i templi buddisti dell’Himalaya –  qui alcuni ragazzi locali hanno accettato di radersi la testa e interpretare alcuni dei monaci robot – le rovine della Cambogia e i villaggi galleggianti. Siamo andati in 8 Paesi diversi e lo abbiamo girato come se fosse un film indipendente. L’elemento fantascientifico lo abbiamo inserito dopo. Ottenevamo fotogrammi da ogni inquadratura del girato che davamo agli scenografi e agli artisti degli effetti speciali. Quello che normalmente accade un anno e mezzo prima, accadeva durante il montaggio: stavano dipingendo e progettando tutta la parte fantascientifica proprio sulle inquadrature che avevamo effettivamente utilizzato”.


L’amore per ‘Guerre Stellari’

“Sono cresciuto con ‘Guerre stellari’ e la promessa di un mondo fantastico. Poi ti rendi conto che è qualcosa che non succederà. Allora ho detto ‘diventerò un bugiardo come George Lucas e creerò queste storie con cui i bambini cresceranno’. La cosa più affascinante di queste storie è che cambiano l’aspetto della vita reale. E quando succede ci si rende conto che molte delle cose che si pensavano vere iniziano a non funzionare. E così metti in discussione le tue convinzioni. In questo film è come se mostrassimo l’IA come una sorta di metafora per le persone che sono diverse da te”.

L’intelligenza artificiale

“Ho iniziato a scrivere il film nel 2018 quando l’intelligenza artificiale era un qualcosa paragonabili alle auto volanti o alla vita sulla Luna, qualcosa che forse avresti visto nella tua vita o forse no. Come in ogni grande scoperta tecnologica ci sono sempre degli ostacoli da superare. Ma dall’altra parte, quando finalmente la polvere si calma, penso che tutti noi guardiamo al passato e pensiamo: ‘sono contento di avere l’elettricità, i computer e Internet’. Credo che gli aspetti positivi supereranno gli aspetti negativi”.

La scelta di John David Washington nei panni del protagonista

“Spesso vediamo film in cui l’eroe non deve mai mostrare debolezza. Non mi piace questo aspetto perché non riesco ad essere vulnerabile con e per il personaggio. In ‘The Creator’ volevo vedere delle crepe nell’armatura e John era l’attore giusto, lui ha fatto molti film in cui ha esplorato la debolezza, le lacrime, il dolore. Quindi, non aveva paura di esplorare certe emozioni, certi sentimenti. È stato emozionante vederlo all’opera”.

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