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ROMA – Manifestazione oggi alle 13 di fronte all’ambasciata degli Stati Uniti a Ouagadougou per chiedere la chiusura della rappresentanza diplomatica, accusata di aver diffuso “accuse false” contro l’esercito del Burkina Faso. A convocare l’iniziativa esponenti della politica e della società civile, come Egountchi Behanzin, che si definisce “rivoluzionario” e “panafricanista” e guida l’organizzazione non governativa Ligue de defense noire africaine (Ldna).
Post e manifesti chiariscono le motivazioni della protesta, decisa dopo la pubblicazione di un rapporto nel quale l’ong americana Human Rights Watch accusa l’esercito di aver ucciso oltre 220 civili in due villaggi per il sospetto che avessero sostenuto gruppi ribelli. “Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sappiano una cosa sola” ha scritto su Facebook Nestor Podassé, esponente del movimento Planète des jeunes patriotes (Pjp): “L’esercito del Burkina Faso è professionale e ha come unico obiettivo la salvezza delle popolazioni fino al sacrificio supremo; noi lo amiamo e lo sosteniamo fino alla liberazione totale delle nostre terre”. Dopo la pubblicazione di Human Rights Watch, relativa a fatti accaduti il 25 febbraio, il governo del Burkina Faso ha sospeso emittenti televisive e siti internet di Le Monde, Bbc, The Guardian, Deutsche Welle e altre testate straniere che avevano rilanciato i contenuti del rapporto.
Il contesto è segnato da preoccupazione e tensioni. Il golpe militare che nel settembre 2022 ha portato al potere il capitano Ibrahim Traoré, divenuto il presidente più giovane d’Africa, non ha messo fine alle incursioni dei gruppi ribelli. “Le notizie di questi giorni hanno sollevato un bel po’ di preoccupazione” riferiscono fonti dell’agenzia Dire a Ouagadougou. “L’area degli ultimi scontri teoricamente è a libero accesso e anche le ong vi hanno sedi, magazzini e progetti: vuol dire che i gruppi jihadisti si stanno avvicinando in maniera sensibile alla capitale”. Le uccisioni denunciate da Human Rights Watch sono avvenute nei villaggi di Nodin e Soro. È però la ricostruzione dell’organizzazione americana a essere respinta dal governo del Burkina Faso. “Denunciamo queste accuse prive di fondamento” ha riferito il ministro per le Comunicazioni, Rimtalba Jean Emmanuel Ouedraogo. Secondo il dirigente, Human Rights Watch “è stata capace di identificare i colpevoli e di pronunciare il suo verdetto utilizzando un’immaginazione sconfinata”.
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